Rifiuti urbani (quasi) zero in discarica e autosufficienza impiantistica in Lombardia

La dotazione impiantistica lombarda consente di gestire «oltre il 98% dei rifiuti in regione» e smaltire in discarica solo «l’1,1%» della spazzatura prodotta localmente

[29 Dicembre 2020]

Gli obiettivi di economia circolare contenuti nelle ultime direttive Ue recepite dall’Italia pongono al Paese obiettivi sfidanti: portare il riciclo – e non la sola raccolta differenziata – dei rifiuti urbani ad almeno il 65% entro il 2035 e ridurre i conferimenti in discarica massimo al 10% (lasciando dunque spazio fino a un 25% di recupero energetico). L’Italia è ancora molto lontana da questi target, mentre alcune regioni già oggi ci s’avvicinano molto: è il caso della Lombardia, come mostra l’ultimo report presentato dalla Regione.

Il rapporto Ispra dedicato al contesto nazionale e presentato oggi mostra infatti che, sulle 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti nel 2019, solo il 61,3% è stato intercettato dalla raccolta differenziata (uno step preliminare che, secondo le stime Utilitalia, dovrà arrivare a circa l’80% per raggiungere il 65% di riciclo), il 50% è avviato a recupero di materia (tra organico e altre frazioni merceologiche), il 18% è incenerito e il 21% smaltito in discarica.

In Lombardia invece nel 2019 la produzione dei rifiuti urbani è stata di 4.840.135 tonnellate, con la differenziata a quota 72%; il recupero di materia è al 62,3%, quello di energia al 22,2%, che cresce al 27,6% se si comprendono i quantitativi dei rifiuti sottoposti a trattamento meccanico biologico (Tmb) e inviati poi a termovalorizzazione; l’utilizzo della discarica è residuale, dato che in questi impianti è stato «conferito direttamente solo lo 0,1% dei rifiuti urbani, mentre come “secondo destino”, cioè considerando anche i rifiuti decadenti dai Tmb, si arriva allo 1,1%».

«Dal 1996 ad aggi – commenta l’assessore all’Ambiente e clima Raffaele Cattaneo – abbiamo adottato le migliori soluzioni possibili per la gestione dei rifiuti, attraverso lo studio e la predisposizione degli impianti necessari e la creazione di una filiera industriale che ci ponesse all’avanguardia nell’economia circolare».

Da questo punto di vista, un risultato di grande rilievo è quello dell’autosufficienza impiantistica in Paese infestato dal turismo dei rifiuti (che non a caso in molti casi finiscono in Lombardia, per sopperire alla carenze di altre regioni): come sintetizza il Snpa infatti «la dotazione impiantistica lombarda consente di gestire oltre il 98% dei rifiuti in regione (primo destino), in particolare per quanto riguarda i Rifiuti urbani non differenziati, come previsto anche dalla normativa. Limitati quantitativi di raccolte differenziate sono inviati: in Emilia-Romagna (1%) in particolare per il verde, in Veneto (0,46%) specialmente per umido, verde, raccolta e trattamento di apparecchi elettrici, elettronici e medicali (Raee) e plastica; in Piemonte (0,40%) in particolare per multimateriale e inerti».