Rifiuti, l’esperimento naturale di Sei Toscana

Il bilancio dopo i primi due anni di attività, e un unicum che diventa pietra di paragone

[20 Ottobre 2015]

Capitale investito netto pari a circa 38 milioni di euro, poco meno di un quarto del valore della produzione (che supera i 146 milioni di euro) e un bilancio di esercizio 2014 appena approvato con un utile pari a 1,8 milioni di euro. Sono i numeri che Sei Toscana può vantare dopo i primi due anni di attività: dal 1° gennaio 2014, la società è il gestore unico del servizio integrato dei rifiuti urbani nel territorio dell’Ato Sud, e rappresenta una pietra di paragone unica in Toscana.

La legge regionale n°61/2007 ha individuato ormai da otto anni il percorso per portare la Toscana ad avere un gestore unico per il servizio integrato dei rifiuti urbani in ogni Ambito territoriale ottimale (l’Ato Sud, l’Ato Costa, l’Ato Centro), ma solo nel caso dell’Ato Sud la decisione è divenuta ormai pienamente operativa. Altrove il processo è tutt’altro che concluso: nel territorio dell’area vasta costiera,

ieri il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha illustrato il ricorso al Tar presentato contro l’Ato Toscana Costa, contestando sia la costituzionalità della legge regionale n. 61 del 2007, sia l’adeguatezza del Piano straordinario regionale dei rifiuti.

Nel frattempo, nell’Ato Toscana Sud si dipanano i primi bilanci della nuova gestione operativa. Nel corso del 2014 Sei Toscana ha raccolto poco meno di 500.000 tonnellate di rifiuti, di queste, circa 160.000 tonnellate sono state differenziate ed avviate al recupero, ricavando quasi 6.600.000 € dalla loro vendita; i dati certificati 2015 da Arrr per le raccolte differenziate relative al 2014, rilevano invece nell’Ato Toscana Sud una percentuale di raccolta differenziata pari al 38,29%, con un aumento dello 0,60% rispetto all’anno precedente.

«I ricavi rivenienti dai Consorzi di filiera e dal mercato dalla cessione dei materiali da raccolta differenziata – spiega l’amministratore delegato Sei Toscana, Eros Organni – in applicazione del contratto di servizio con Ato, hanno un impatto neutro sulla struttura complessiva dei ricavi. Tale voce viene infatti interamente portata in detrazione dal corrispettivo dei servizi di raccolta». I dati sulla certificati vengono invece valutati positivamente, ma con margini di miglioramento necessari per «raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata e di avvio al riciclo individuati dalla normativa vigente. Per questo Sei Toscana, in accordo con Ato Toscana Sud e le amministrazioni comunali – ricorda Organni – ha attivato nuovi servizi di raccolta, domiciliare e stradale, in un lavoro di riorganizzazione su area vasta che proseguirà nel prossimo futuro. Siamo partiti da una situazione molto eterogenea come dato di raccolta differenziata nelle tre province in cui operiamo e l’obiettivo è quello di arrivare al 70% di raccolta differenziata previsto dal Piano della Regione Toscana ed almeno al 50% di effettivo riciclo, come previsto dalla direttiva europea, nei prossimi cinque anni».

Nel frattempo, oltre alle operazioni volte alla realizzazione di risparmi e razionalizzazione dei costi, la presenza di una società di gestione con dimensioni adeguate – come si definiscono in Sei Toscana – ha riacceso un forte interesse del sistema del credito.  In questi primi mesi di gestione è stato possibile cominciare ad affrontare le gravi situazioni di obsolescenza inefficienza, e in certi casi di vero e proprio degrado che caratterizzavano alcune delle strutture, delle attrezzature e dei mezzi ricevuti in dotazione.

«È stato fatto un buon lavoro, soprattutto per quanto riguarda il contenimento dei costi aziendali che – sottolinea Organni – vengono quotidianamente analizzati e controllati dai nostri uffici. Il consolidamento della nuova realtà è passato anche attraverso gli interventi nella standardizzazione delle procedure e dei processi interni, che ha permesso di semplificare il quadro dei rapporti tra la società e il mercato esterno, nonché di ottenere significativi contenimenti di costo. Ad esempio, nelle sole aree della gestione dei mezzi e delle attrezzature, si è passati da circa 250 fornitori agli attuali 90. L’avvio di una prima razionalizzazione della logistica del servizio, con la chiusura di numerosi cantieri, una semplificazione delle procedure amministrative e la centralizzazione degli acquisti ha portato, in un solo anno, ad un risparmio complessivo di costi per oltre 4.000.000 di euro».

Numeri che, nel loro complesso, non solo riassumono un’esperienza aziendale ma rappresentano una base dati rilevante per il territorio. Lo studio dei risultati conseguiti in due anni dalla fase di start-up rappresenta infatti una marcia in più per quanti ambiscano a calibrare le politiche di gestione territoriale non solo sulle idee, ma anche sui fatti: a oggi, Sei Toscana resta un caso unico in Regione, ma anche una delle prime realtà a concretizzarsi a livello nazionale. Una sorta di “esperimento naturale”, di cui la storia è così parca e gli scienziati sociali così ghiotti. Prima o poi anche la politica affinerà il palato.

L. A.