Rifiuti, la cannibalizzazione dei Raee ci costa oltre 14 milioni di euro all’anno

Le parti più preziose dei rifiuti elettrici ed elettronici vengono spesso rivendute illegalmente, con gravi impatti ambientali

[7 Novembre 2019]

Ogni anno in Italia vengono trattate 421.344 tonnellate di Raee – ovvero rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche –, di cui tre quarti costituite da rifiuti domestici e un quarto da professionali, ma una parte significativa di quest’ammontare viene cannibalizzata: si stima che oltre 19mila tonnellate all’anno di componenti vengano sottratte, spariscono spesso dai centri di raccolta e vengono rivendute illegalmente sul mercato.

L’analisi “La cannibalizzazione dei Raee – Conseguenze ambientali e impatto economico”, elaborata da Assoraee (Fise Unicircular) e presentata oggi a Ecomondo, rivela che come alcune tipologie di prodotti dismessi dai consumatori non raggiungano gli impianti di trattamento, in particolare le parti più preziose, come i condizionatori inclusi in R1 (frigoriferi, condizionatori, congelatori, ecc.), gli schermi Crt e i laptop in R3 (televisori e laptop, Lcd o plasma, etc..) e pc desktop e smartphones in R4 (computer e apparecchi informatici, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici, etc); i materiali più ricercati sono i compressori (in 4 casi su 10 spariscono dal rifiuto), i cavi di alimentazione e le schede elettroniche che vengono prelevati da 1 apparecchiatura elettrica ed elettronica su 4.

I danni sono ingenti, sia economici sia ambientali, e vanno inoltre a compromettere il raggiungimento degli obiettivi di riciclo. Per quanto riguarda i danni economici, infatti, a livello europeo il totale delle perdite generale dalla cannibalizzazione ammonta a circa 170 milioni di euro all’anno, mentre in Italia secondo lo studio di Assoraee si superano i 14 milioni di euro.

Poi c’è l’impatto ambientale della cannibalizzazione, che si manifesta sotto molteplici aspetti. L’asportazione dei compressori da frigoriferi e congelatori provoca i maggiori danni, in quanto vengono rilasciati in atmosfera i gas utilizzati nei circuiti refrigeranti, in particolare quelli contenenti sostanze ozono-lesive, quali Cfc ed Hcfc; considerando il totale di frigoriferi e congelatori conferiti nel 2018, le sostanze ozono-lesive in essi contenute ammontano a più di mezzo milione di tonnellate di CO2, equivalenti alle emissioni di oltre 300.000 utilitarie. Altrettanto a rischio è anche la dispersione di mercurio, dovuta alla cannibalizzazione degli schermi piatti. Inoltre, esiste un concreto rischio di dissipazione per i Crm (Critical raw materials) contenuti nelle batterie, nelle schede elettroniche o in altre componenti.

«Per arginare il dilagante fenomeno della cannibalizzazione dei Raee, che produce evidenti danni alla comunità e agli operatori del riciclo – argomenta Giuseppe Piardi, presidente Assoraee – è necessario muoversi in quattro direzioni: identificare buone pratiche operative che preservino la qualità del materiale raccolto; rendere lo standard europeo per la raccolta vincolante per i centri di raccolta al fine di controllare maggiormente la qualità del materiale; prevedere meccanismi di compensazione economica (anche basati su decurtazioni dei premi di efficienza) tramite un fondo finalizzato al riequilibrio degli effetti economici derivanti dalla cannibalizzazione; promuovere ed incentivare il canale di raccolta della distribuzione che garantisce un materiale in ingresso agli impianti di trattamento in genere meno cannibalizzato».