Rifiuti da riciclo, Lucart taglia i fanghi di oltre il 20% in due stabilimenti toscani

Complessivamente, per ogni tonnellata di carta prodotta si generano altre 0,244 di rifiuti da gestire

[12 Agosto 2021]

Che fine fanno i rifiuti degli imballaggi in carta e cartone raccolti in modo differenziato dai cittadini? Rappresentano un input dell’economia circolare, e tornano ad essere materia prima da immettere sul mercato sotto forma di nuovi prodotti grazie a una complessa filiera industriale che ha il suo perno nelle cartiere: dei veri e propri impianti di riciclo.

Nel caso della multinazionale toscana Lucart, ad esempio, nel 2020 il 49% delle materie prime è stato rappresentato dalla carta da riciclare. Una scelta che permette di ridurre sensibilmente l’impatto ambientale della produzione: la carta igiene riciclata, ad esempio, consente un risparmio di ben 4.125,82 kg di legno per tonnellata di carta prodotta, rispetto a un’alternativa prodotta a partire da fibre vergini.

«La carta da riciclare – dettagliano dalla società – viene sottoposta a procedimenti di preparazione impasti e disinchiostrazione all’avanguardia che non prevedono l’utilizzo di sostanze inquinanti, ma utilizzano principalmente processi di separazione meccanica e termica consentendo di produrre carte di elevato standard qualitativo».

Come ogni attività industriale, anche dalle cartiere esitano però nuovi scarti che necessitano di essere gestiti. Nel caso della Lucart, per ogni tonnellata di carta prodotta si generano 0,244 tonnellate di nuovi rifiuti: come dettaglia il Bilancio di sostenibilità recentemente pubblicato, nel 2020 sono 92.103 le ton andate a recupero (energetico), cui si aggiungono altre 48.376 ton dirette a smaltimento.

Si tratta di dati in costante miglioramento nel corso dell’ultimo triennio. In particolare, la diminuzione dei rifiuti per tonnellata di carta prodotta è stata pari al -7,4% nell’ultimo anno, rispetto al 2020. Ma di che rifiuti speciali si sta parlando?

«Gli scarti di un impianto di produzione della carta sono costituiti principalmente dagli scarti pulper e dai fanghi di cartiera, direttamente derivanti dal processo di produzione della carta e dal trattamento dei reflui. Altri rifiuti sono generati dalle attività di trasformazione della carta (scarti di imballaggi) e dalle attività ausiliarie (principalmente manutenzione, logistica interna)», spiega il Bilancio di sostenibilità.

Guardando alle frazioni di scarti più rilevanti, Lucart ha introdotto alcune importanti innovazioni in due stabilimenti toscani – Porcari e Borgo a Mozzano – che hanno permesso nell’ultimo anno di ridurre sensibilmente i rifiuti da gestire.

Più nel dettaglio, nello stabilimento di Porcari si segnala «una riduzione del 22% della produzione di fanghi da separazione meccanica per tonnellata di carta prodotta, per ottimizzazione del mix di materie prime». In quello di Borgo a Mozzano, invece, nel 2020 è stato installato «un essiccatore dei fanghi biologici che ha aumentato il grado di secco dello scarto con conseguente riduzione del materiale smaltito pari al 27% di fanghi biologici smaltiti per tonnellata di carta prodotta rispetto all’anno precedente».

Prevenire la generazione di nuovi rifiuti è al primo posto tra gli impegni per l’economia circolare stabiliti dalla gerarchia europea di gestione, ma ridurre non significa azzerare. Per questo è importante dotare il territorio di un’infrastruttura impiantistica adeguata a valorizzare al meglio gli scarti delle cartiere anche dal punto di vista energetico.

In attesa di un Piano regionale rifiuti e bonifiche (Prb) che sappia rispondere a quest’esigenza, nel corso di quest’anno Lucart ha già annunciato che avvierà un nuovo impianto di cogenerazione per la produzione di energia e calore nello stabilimento di Porcari: l’impianto avrà turbine a gas predisposte per poter impiegare più moderni combustibili, inclusi idrogeno e biometano.

«Agli ottimi risultati ambientali del 2020 si sono affiancati degli altrettanto promettenti risultati economici – commenta Massimo Pasquini, ad Lucart –  In questo anno così difficile non sono cambiati i nostri impegni per la sostenibilità, da sempre al centro della promessa di Lucart verso la società e il futuro: sentiamo con forza l’urgenza del rispetto degli Obiettivi individuati dalle Nazioni Unite per l’anno 2030 e per questo motivo abbiamo voluto aderire ufficialmente al Global compact network Italia».

L. A.