Ridefinire il significato del progresso nel mondo ansioso dell’Antropocene (VIDEO)

Rapporto UNDP: nel mondo 6 persone su 7 si sentono insicure

[9 Febbraio 2022]

Nonostante veniamo, a livello globale.da anni di crescita e sviluppo. il nuovo rapporto speciale “New threats to human security in the Anthropocene – Demanding greater solidarity” dell’United Nations Development Programme (UNDP) mostra un crescente senso di insicurezza tra le persone che spinge a chiedere maggiore solidarietà e a riorientare gli sforzi dello sviluppo.

Il concetto di sicurezza umana, introdotto per la prima volta nel Rapporto sullo sviluppo umano del 1994, pietra miliare dell’UNDP, ha segnato un allontanamento radicale dall’idea che la sicurezza delle persone dovrebbe essere valutata solo guardando alla sicurezza territoriale, sottolineando l’importanza dei bisogni primari delle persone, della loro dignità e della loro sicurezza per vivere una vita sicura.

Dal rapporto emerge chiaramente che «Il progresso dello sviluppo globale non porta automaticamente a un maggiore senso di sicurezza» e nuovi dati e analisi dimostrano che «Il senso di sicurezza e protezione delle persone è a un livello basso in quasi tutti i Paesi, compresi i paesi più ricchi», anzi – come vediamo in Italia quotidianamente – «Coloro che beneficiano di alcuni dei più alti livelli di buona salute, ricchezza e risultati per l’istruzione segnalano un’ansia ancora maggiore rispetto a 10 anni fa».

Per affrontare questa disconnessione tra sviluppo e sicurezza percepita, il rapporto UNDP chiede una maggiore solidarietà che vada oltre i confini e un nuovo approccio allo sviluppo che «permetta alle persone di vivere libere dal bisogno, dalla paura, dall’ansia e dall’umiliazione».

Il rapporto rileva anche il forte legame tra livelli di fiducia in calo e sentimenti di insicurezza: «Le persone con livelli più elevati di insicurezza umana percepita hanno tre volte meno probabilità di trovare gli altri degni di fiducia».

Il rapporto presenta nuove scoperte e conferme:

I Paesi più sviluppati tendono a capitalizzare maggiormente i benefici delle pressioni planetarie e ne subiscono meno le conseguenze, evidenziando come il cambiamento climatico stia ampliando ulteriormente le disuguaglianze.

Circa 1,2 miliardi di persone vivono in aree colpite da conflitti, quasi la metà (560 milioni) delle quali in Paesi solitamente non considerati fragili, il che indica che le idee tradizionali su quali Paesi sono più vulnerabili alle guerre devono essere riviste.

Nel 2021, nonostante il PIL globale più alto della storia e nonostante i vaccini Covid-19 siano diventati più facilmente disponibili in alcuni Paesi, l’aspettativa di vita globale è diminuita per il secondo anno consecutivo. In calo di circa un anno e mezzo in media rispetto a un mondo pre-Covid.

Ci sono grandi e crescenti divari nei sistemi sanitari tra i paesi. Secondo il nuovo Healthcare Universalism Index del rapporto, tra il 1995 e il 2017, la disuguaglianza nelle prestazioni sanitarie tra i Paesi con uno sviluppo umano basso e molto elevato è peggiorata.

Presentando il rapporto, ’amministratore a dell’UNDP. Achim Steiner, ha sottolineato: «Nonostante la ricchezza globale sia più alta che mai, la maggioranza delle persone è preoccupata per il futuro e questi sentimenti sono stati probabilmente esacerbati dalla pandemia. Nella nostra ricerca di una crescita economica sfrenata, continuiamo a distruggere il nostro mondo naturale mentre le disuguaglianze si stanno ampliando, sia all’interno che tra i Paesi. E’ tempo di riconoscere i segnali di società che sono sotto un immenso stress e di ridefinire cosa significhi effettivamente progresso. Abbiamo bisogno di un modello di sviluppo adatto allo scopo, costruito attorno alla protezione e al ripristino del nostro pianeta con nuove opportunità sostenibili per tutti».

E mentre il mondo sembra attanagliato dalla paura per un futuro che sembra scomparire dall’orizzonte, immerso in un eterno presente ansiogeno, la necessità di agire subito non è mai stata così chiara.

L’UNDP ricorda che «Nuove scoperte mostrano anche che l’aspettativa di vita globale alla nascita sta diminuendo per il secondo anno a causa del Covid-19 e anche i livelli generali dello sviluppo umano si stanno spostando verso il basso. Inoltre, è probabile che il cambiamento climatico diventi una delle principali cause di morte nel mondo. Anche con una moderata mitigazione delle emissioni, circa 40 milioni di persone potrebbero morire a causa degli sbalzi di temperatura prima della fine del secolo».

Il rapporto esamina un gruppo di minacce che sono diventate più importanti negli ultimi anni, comprese quelle provenienti dalle tecnologie digitali, dalle disuguaglianze, dai conflitti e dalla capacità dei sistemi sanitari di affrontare nuove sfide come la pandemia di Covid-19. «Affrontare queste minacce – sostengono gli autori del rapporto – richiederà ai responsabili politici di prendere in considerazione protezione, responsabilizzazione e solidarietà. l’una accanto all’altra, in modo che la sicurezza umana, le considerazioni planetarie e lo sviluppo umano lavorino tutti insieme e non l’uno contro l’altro. Questo significa che le soluzioni per un problema non dovrebbero esacerbare altri problemi».

Asako Okai, segretario generale aggiunto dell’Onu e direttore dell’ufficio di crisi dell’UNDP, conclude: «Un elemento chiave per l’azione pratica evidenziato nel rapporto è la costruzione di un maggiore senso di solidarietà globale basato sull’idea di sicurezza comune. La sicurezza comune riconosce che una comunità può essere sicura solo se lo sono anche le comunità adiacenti. Questo è qualcosa che vediamo fin troppo chiaramente con l’attuale pandemia: le nazioni sono in gran parte impotenti a impedire che nuove mutazioni di questo coronavirus attraversino i confini».

 

 

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  • 2022 Special Report on Human Security - Animated explainer (English subs)