Rapporto Onu sul lavoro: rischiamo che ci sia un’intera “lockdown generation” (VIDEO)

Un lavoro più dignitoso, più verde e più resiliente per uscire dalla crisi del Covid-19

[19 Giugno 2020]

In tutto il mondo il lavoro, i mezzi di sussistenza e il benessere dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese continuano a subire i colpi della pandemia di Covid-19 e ad essere più colpite sono soprattutto le micro, piccole e medie imprese. La conferma viene dal nuovo rapporto “World of Work and COVID-19” dal quale emerge che «Circa 1,25 miliardi di lavoratori sono impiegati in settori economici ad alto rischio, quali ristorazione e alloggi; vendita al dettaglio e all’ingrosso; servizi alle imprese e amministrazione e produzione. Mentre quasi un giovane su cinque è disoccupato per il Covid, i dipendenti hanno avuto una riduzione del 23% delle ore lavorate.  Le donne sono impiegate in modo sproporzionato nei settori più colpiti, comprese le professioni di cura, dove rappresentano tra il 60 e il 70%. I lavoratori dell’economia informale, che spesso non dispongono di protezione sociale, hanno subito un calo del 60% degli utili solo nel primo mese di crisi.   A metà maggio, il 94% dei lavoratori nel mondo viveva in Paesi che subivano chiusure dei posti di lavoro».

Presentando il rapporto, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha evidenziato che «La pandemia di Covid-19 ha stravolto il mondo del lavoro. Ogni lavoratore, ogni azienda e ogni angolo del globo sono stati colpiti. Centinaia di milioni di posti di lavoro sono andati persi».

Ad essere colpiti in maniera sproporzionata insieme a donne, persone con disabilità, rifugiati e migranti, sono stati soprattutto i giovani, aumentando la possibilità che ci sia un’intera “lockdown generation”, che probabilmente avrà meno competenze e retribuzioni più basse.  Questo, oltre alle giovani donne, che sono particolarmente a rischio, minaccia anche di aumentare le disparità, sia all’interno dei Paesi che tra i Paesi del mondo.

Guterres ricorda che «Le donne – lavorando in molti dei settori più colpiti – sono state particolarmente colpite, pur sostenendo l’onere più grande dell’aumento dei livelli di lavoro di assistenza non retribuito. I giovani, le persone con disabilità e tanti altri, stanno affrontando enormi difficoltà».

Nel frattempo, alti livelli di lavoro informale, insieme a un sostegno fiscale inadeguato per garantire pari protezioni sociali, fanno vacillare le economie in via di sviluppo e fragili, che sono meno in grado di far fronte alla crisi economica e sanitaria.

Il rapporto evidenzia che «Un ritorno al passato non è un’opzione». Occorre invece affrontare i deficit della protezione sociale, nel lavoro di assistenza non retribuito, nella protezione dei diritti dei lavoratori e nei rischi associati alle nuove tecnologie.

«E’ giunto il momento di uno sforzo coordinato globale, regionale e nazionale per creare un lavoro dignitoso per tutti come fondamento di una ripresa verde, inclusiva e resiliente», ha detto il capo dell’Onu.

In questo contesto, “World of Work and COVID-19″ fornisce una risposta in tre fasi: raccomanda, a breve termine, di mantenere aperte le imprese e disponibili i posti di lavoro. Sostiene che gli interventi devono essere realizzati sulle strutture esistenti, guidando l’attività verso uno sviluppo “verde” e sostenibile. La seconda fase, senza compromettere la salute dei lavoratori o diventare meno vigili nella battaglia per contenere il virus, si concentra sul medio termine e incoraggia un riavvio strutturato delle economie e un ritorno al lavoro: «Proteggere la salute non significa tenere chiuse le imprese e le attività economiche».  La fase finale guarda sul lungo termine, spingendo per la creazione di posti di lavoro dignitosi che supportino una ripresa verde, resiliente e un futuro del lavoro inclusivo, che investe nelle protezioni sociali e nella crescente regolarizzazione della forza lavoro.

Il rapporto ricorda che «I timori pre-pandemia per le sfide esistenti, come le nuove tecnologie, i cambiamenti demografici, i cambiamenti climatici e la globalizzazione, stavano già alimentando l’ansia in tutto il mondo. Il Covid-19 sta esacerbando questo disagio innescando la disoccupazione, la crescente povertà, la lacerazione del tessuto sociale, insieme alla destabilizzazione politica ed economica. Mentre il mondo non può tornare indietro ai giorni pre-Covid, può modellare in modo proattivo un modo nuovo, migliore, normale per andare e avanti».

Guterres conclude: «Questa crisi nel mondo del lavoro sta aggiungendo carburante a un fuoco già ardente di malcontento e ansia. Il mondo del lavoro non può e non dovrebbe avere lo stesso aspetto dopo questa crisi. E’ tempo di uno sforzo coordinato globale, regionale e nazionale per creare un lavoro dignitoso per tutti come fondamento di una ripresa verde, inclusiva e resiliente».

 

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  • The ILO response to COVID-19