La ricerca Netcomm e Remedia su 150 siti, il 70% del valore economico di settore

Raee, per gli acquisti online il ritiro 1 contro 1 vale solo in teoria

Nel 90% dei casi si riscontra una lacuna informativa verso i clienti. E le sanzioni?

[14 Ottobre 2015]

Un consumatore che acquista apparecchiature elettroniche per sostituire un bene equivalente, ha diritto di avvalersi della restituzione gratuita del vecchio prodotto, con un evidente beneficio ambientale (oltre che economico): è quanto stabilisce la normativa “uno contro uno” (D.Lgs. 49/2014), e vale anche per gli acquisti online. Solo che, alla prova dei fatti, gli operatori nel mercato acquisti online di apparecchiature elettriche ed elettroniche sono in netto ritardo: analizzando 150 siti di e-commerce (che rappresentano più del 70% del valore economico del settore), nel 90% si riscontra una lacuna informativa verso i clienti: la normativa Raee, e in particolare l’argomento 1 contro 1, risulta ancora poco diffusa e pubblicizzata.

L’81% dei siti analizzati non fornisce infatti informazioni sulla gestione 1 contro 1, nemmeno nelle pagine interne. Una volta avviato il processo degli acquisti online, il 45,3% non fornisce o esprime chiaramente l’informazione relativa alla possibilità di avvalersi del ritiro 1 contro 1. Solo il 6,7% offre con chiarezza e automatismo questa opportunità. Inoltre, solo nel 9,3% dei casi il ritiro 1 contro 1 non comporta oneri aggiuntivi (mentre nell’85,4% il servizio non è per niente presente).

È quanto emerge dalla ricerca presentata oggi a Milano da Netcomm e Remedia – tra i principali sistemi collettivi per la gestione dei Rae, i rifiuti elettronici  – durante il workshop “E-commerce e il ritiro 1 contro 1 delle apparecchiature elettroniche. Rischio sanzionatorio o opportunità di business?”.

«Il quadro che emerge dallo studio non è certamente positivo; siamo convinti che la situazione non dipenda soltanto da negligenza, ma anche da una mancanza di informazioni effettive sugli adempimenti da rispettare – dichiara Walter Rebosio, presidente di Remedia. – È fondamentale che le aziende facciano un grande sforzo per sfruttare al meglio il potenziale di questo settore. Un mercato così in crescita come quello dell’e-commerce può rappresentare un traino importante per il conseguimento degli obiettivi che prevedono tassi di raccolta superiori all’85% dei Raee generati o il 65% dell’immesso sul mercato entro il 2019».

D’altronde, è necessario adeguarsi in fretta, visto la rilevanza crescente nel Paese degli acquisti online. «L’e-commerce è ormai diventato normalità per i consumatori italiani: sono circa 17 milioni gli acquirenti che negli ultimi tre mesi hanno effettuato un acquisto su Internet, facendo registrare un tasso di crescita delle vendite online a doppia cifra nell’ultimo anno, come nei precedenti tre. É un mercato che stimiamo valga circa 15 miliardi di euro e l’informatica e l’elettronica di consumo ne rappresentano il 13% – spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm – Anche se il mercato sta evolvendo velocemente, le aziende sono rimaste ad uno stato iniziale per quanto riguarda l’1 contro 1 e, oltre a rischiare di incorrere in sanzioni o annullamenti dei contratti di vendita, sono in ritardo nell’offrire al consumatore un servizio efficiente con notevoli lacune dal punto di vista informativo».

Nel caso degli acquisti online (ma non solo) il ruolo della buona informazione e comunicazione è evidentemente da rafforzare, senza dimenticare le sanzioni: oltre che previste, queste devono anche essere effettivamente comminate nei casi in cui si richiedano.