Quanto aumentano le bollette e perché, spiegato dall’Arera

Il prezzo spot del gas naturale è aumentato del 471% quest'anno, mentre quello della CO2 è cresciuto del 139%

[31 Dicembre 2021]

Per una famiglia-tipo nel mercato tutelato, ovvero quello dove le tariffe di luce e gas sono regolate dall’Arera, il primo trimestre 2022 porterà un nuovo aumento del +55% per la bolletta dell’elettricità e del +41,8% per quella del gas.

Una salita che poteva essere ancora più impervia se, come spiega direttamente l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), il Governo – oltre a ridurre l’Iva sul gas al 5% per il trimestre – non avesse stanziato tramite la legge di Bilancio 3,8 miliardi di euro per contenere gli aumenti (che si aggiungono ai 5 mld già impegnati sul III e IV trimestre 2021).

In assenza di quest’intervento, gli «straordinari record al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso (quasi raddoppiati nei mercati spot del gas naturale e dell’energia elettrica nel periodo settembre-dicembre 2021) e dei permessi di emissione di CO2», insieme al nuovo anno avrebbero portato ad un aumento del 65% della bolletta dell’elettricità e del 59,2% di quella del gas.

In termini di effetti finali, in bolletta elettrica la spesa per la famiglia-tipo nell’anno compreso tra il 1° aprile 2021 e il 31 marzo 2022 sarà di circa 823 euro (+68%), mentre per il gas sarà di circa 1.560 euro (+64%).

«Siamo in presenza di una situazione assolutamente eccezionale – commenta il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini – Anche Arera cerca di dare il proprio contributo sfruttando le limitate leve disponibili delle bollette e lo strumento dei bonus sociali elettricità e gas. Come già avvenuto nella fase del lockdown, sarà determinante l’azione responsabile dei consumatori. Il risparmio energetico è uno strumento cui guardare con attenzione, ma serve anche la solidarietà tra consumatori, che si esprime anche nella puntualità dei pagamenti per chi ne ha la possibilità».

Oltre al risparmio energetico sarà necessario però accelerare in modo drastico diversificare le fonti d’approvvigionamento nazionali (per il 40% legate al gas, di cui importiamo il 95%), puntando sulle rinnovabili: raggiungendo gli obiettivi Ue al 2030 potremmo infatti risparmiare qualcosa come 31 miliardi di euro l’anno, con importanti sviluppi anche sul fronte del biometano in sostituzione del gas naturale. Purtroppo però gli impianti rinnovabili crescono col contagocce almeno dal 2014: per rispettare gli obiettivi Ue al 2030 si stima siano necessari fino a 7,5 GW/anno in termini di nuovi impianti, ma ora arriviamo a malapena a 0,8 a causa di vincoli burocratici e delle sindromi Nimby&Nimto.

Gli aumenti delle bollette italiane, infatti, riflettono soprattutto i nostri vincoli coi combustibili fossili. Se è vero che dall’inizio dell’anno a oggi il prezzo della CO2 sul mercato Ets è passato da 33 a 79 €/tCO2 (+139%), il prezzo spot del gas naturale al Ttf (il mercato di riferimento europeo per il gas naturale) è aumentato del 471% (da 21 a 120 €/MWh). Un trend che si è riflesso nel prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso (Pun) che, nello stesso periodo, è aumentato di quasi il 400% (da 61 a 288 €/MWh).

Analoghe ripercussioni sui prezzi per i consumatori finali «si sono registrate in tutta Europa», spiega l’Arera, che dettaglia i molti perché di questo andamento rialzista:

«Temperature inferiori alle medie stagionali nell’ultimo trimestre del 2021 hanno alimentato la domanda di gas naturale per riscaldamento. Anche la domanda di gas naturale per uso termoelettrico è stata particolarmente vivace in alcuni paesi europei, sia per far fronte alla ridotta produzione delle fonti rinnovabili (soprattutto di quella eolica) sia per compensare la minore disponibilità di capacità nucleare.

L’offerta di gas naturale stenta a tenere il passo della domanda. Le forniture dalla Russia, nonostante gli alti prezzi degli hub europei, non sono aumentate oltre quanto previsto dagli obblighi contrattuali. Inoltre, le aspettative sull’entrata in operatività in tempi brevi del nuovo gasdotto Nord stream 2 sono andate deluse dopo la sospensione del processo di certificazione del gestore del gasdotto adottata dal regolatore tedesco. Le recenti tensioni geopolitiche intorno all’Ucraina accrescono le incertezze nei mercati. Gli stoccaggi europei sono attestati su livelli storicamente bassi e dovrebbero chiudere l’anno con giacenze pari al 50% della capacità. In prospettiva, l’offerta potrebbe aumentare qualora l’attuale differenziale positivo tra i prezzi europei e i prezzi asiatici del gas naturale dovesse permanere, incentivando le forniture di Gnl verso l’Europa. Il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso nel mercato nazionale ha recepito gli andamenti dei prezzi del gas e della CO2. Con riferimento al primo trimestre del 2022, alle tensioni nel mercato del combustibile e della CO2 si sommano i rischi di minori importazioni di elettricità dalla Francia, a causa del fermo di alcuni reattori nucleari annunciato dalla società Edf».