Quale clima per le prime elezioni politiche dei Fridays for future

«Lanciamo un appello affinché la crisi climatica sia al centro di questa campagna elettorale e sia prontamente accettato il contributo offerto dalla comunità scientifica»

[8 Agosto 2022]

Attingendo ai dati dell’European severe weather database (Eswd), Coldiretti documenta che dall’inizio del 2022 si sono verificati in Italia ben 1567 eventi meteo estremi – tra nubifragi, tempeste di vento ondate di calore, etc –, in aumento del 24% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

È in questo contesto che si avvicina l’appuntamento alle urne, e non a caso la comunità scientifica, che da tempo ci mette in guardia sugli effetti catastrofici della crisi climatica, ha lanciato un nuovo appello alla politica in vista del 25 settembre, per scegliere finalmente da che parte stare.

Un appello che i giovani attivisti di Fridays for future condividono in toto. A maggior ragione visto che queste elezioni politiche saranno le prime a svolgersi da quando il movimento ha iniziato le sue mobilitazioni nel 2018.

«Siamo ancora in tempo per evitare le peggiori conseguenze dell’aumento di temperature, ma le azioni intraprese nei prossimi 5 anni saranno cruciali, e non possiamo permetterci un altro governo dell’inazione climatica. Per questo lanciamo un appello affinché la crisi climatica sia al centro di questa campagna elettorale e sia prontamente accettato il contributo offerto dalla comunità scientifica per l’elaborazione delle misure necessarie», dichiara Filippo Sotgiu, co-portavoce di Fridays for future Italia.

In quest’ottica è utile abbandonare la retorica della semplice “protezione dell’ambiente”: la crisi climatica mette a dura prova la stabilità sociale, economica e politica dell’Italia, rischia di causare enormi danni alle infrastrutture, all’agricoltura, all’approvvigionamento di acqua e cibo. Al tempo stesso, una transizione ecologica giusta rappresenta un’enorme opportunità: è un’occasione per abbassare i prezzi dell’energia, per renderci indipendenti da regimi autoritari, per rendere le nostre città più vivibili, per creare decine di migliaia di posti di lavoro e ridurre le spaventose disuguaglianze nel nostro paese. Non ha niente a che vedere con il “bagno di sangue” prospettato dal ministro Cingolani (anzi, è proprio la strada da percorrere per evitarlo).

«Gli scienziati e i movimenti per il clima devono avere accesso a uno spazio mediatico adeguato in modo che le vere soluzioni vengano presentate all’opinione pubblica. Fridays for future queste soluzioni le ha e sfidiamo la politica a confrontarsi su di esse. Continuare a ignorare il problema sarebbe un atteggiamento criminale», conclude la co-portavoce Agnese Casadei.

Nel frattempo, la mobilitazione dei Fridays non si ferma: per venerdì 23 settembre è indetto un nuovo sciopero globale per il clima, un appuntamento doppiamente importante per l’Italia alla vigilia delle elezioni.