A che punto è il teleriscaldamento geotermico in Toscana

Un’analisi dei dati prodotti dall’Associazione italiana riscaldamento urbano (Airu), con focus toscano

[10 Aprile 2018]

L’Associazione italiana riscaldamento urbano (Airu) ha recentemente presentato tramite il suo segretario generale, Ilaria Bottio, l’ultimo Annuario all’interno del quale si descrive lo stato aggiornato delle reti di teleriscaldamento presenti nel nostro Paese. Secondo i dati disponibili, nel 2016 risultano in esercizio 236 reti, per una estensione totale di tracciato di quasi 4.300 km.

Presenti in 193 centri urbani, hanno raggiunto una volumetria riscaldata di oltre 340 milioni di metri cubi, attingendo in maniera crescente alle fonti rinnovabili:

  • Bioenergie (623 Mwt);
  • Geotermia a media e bassa entalpia (135 MWt);
  • Pompe di calore (47 Mwt);
  • Recupero da processi industriali (41 MWt).

Per quanto riguarda in particolare il teleriscaldamento geotermico, il capitolo dedicato da Airu al tema è stato sviluppato in collaborazione con il CoSviG – Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche, con schede tecniche di dettaglio delle reti di teleriscaldamento geotermico dell’area toscana in esercizio al 2015.

Con una importante suddivisione: quelle che utilizzano come fonte primaria il “vapore idoneo alla produzione elettrica” e quelle che utilizzano vapore “non idoneo”; in realtà esiste anche una terza tipologia, ovvero le reti che utilizzano entrambi i tipi di vapore.

Le dorsali convoglianti vapore idoneo si configurano come “sistemi geotermici misti” per produzione di energia elettrica e calore, senza dimenticare i numerosi casi d’impiego agro-alimentare; si tratta di vapordotti che, data la loro estensione, interessano i territori di più Comuni.

Le dorsali convoglianti vapore non idoneo si configurano, invece, come “sistemi dedicati” agli usi non elettrici (teleriscaldamento e usi agro-alimentari) e hanno estensione minore, di carattere locale.

Complessivamente, le reti censite si trovano all’interno dei Comuni di Castelnuovo Val di Cecina (PI), Monterotondo Marittimo (GR), Monteverdi Marittimo (PI), Montieri (GR), Pomarance (PI), Santa Fiora (GR), contribuendo in modo sensibile a migliorare gli impatti ambientali dei territori coinvolti oltre a favorire occasioni di risparmio nonché di diversificazione nello sviluppo economico locale. Motivi che stanno inducendo negli ultimi mesi altre località toscane – come Castelfiorentino, o Montecatini Terme – ad approfondire la possibilità di realizzare una rete di teleriscaldamento geotermico all’interno del proprio territorio.

A livello nazionale, precisano al proposito da Airu, le reti di teleriscaldamento in esercizio hanno conseguito nel 2016 un risparmio di energia primaria pari a 517.700 tep ed evitato l’emissione di poco più di 1,6 milioni di tonnellate di anidride carbonica.