Pubblicata la ricerca del Cnr di Pisa relativa agli impatti sulla salute dell’inceneritore

Bianchi: «A causa dell’età avanzata dell’inceneritore e di valutazioni strategiche riguardanti il piano regionale dei rifiuti è stato deciso di chiudere l’impianto»

[14 Novembre 2019]

È stata pubblicata sull’International journal of environmental research and public health la ricerca condotta dagli epidemiologi ambientali del Cnr-Ifc in merito alla salute dei residenti nel Comune di Pisa, considerando come inquinante tracciante l’ossido di azoto (NOx) per indagare gli impatti prodotti dalle emissioni derivanti dai principali impianti industriali, dall’inceneritore di Ospedaletto – ormai chiuso – e dal traffico veicolare presente sul territorio.

I risultati dello studio erano già stati presentati alla cittadinanza a inizio 2018, e riguardano tutte le 132.293 persone residenti per almeno un anno tra il 1 gennaio 2001 ed il 31 dicembre 2014 nel comune di Pisa. «Per i residenti nell’area con più alta concentrazione di ossidi di azoto, rispetto a quelli residenti nell’area meno impattata, è emerso – ricorda oggi Fabrizio Bianchi, ricercatore del Cnr-Ifc – un eccesso del 10% di mortalità per tutte le cause e del 21% per malattie cardiovascolari tra gli uomini e un eccesso di mortalità per malattie respiratorie acute (+152%) tra le donne, mentre i decessi per leucemie e linfomi sono risultati in eccesso in entrambi i sessi. Inoltre, l’analisi dei ricoveri in ospedale ha fornito segnali critici sui tumori ematologici nei maschi».

«I risultati ottenuti – aggiunge Bianchi – sono coerenti con precedenti evidenze maturate in studi sulla salute di popolazioni residenti intorno a inceneritori e più in generale esposte a inquinamento dell’aria. A causa dell’età avanzata dell’inceneritore e di valutazioni strategiche riguardanti il piano regionale dei rifiuti è stato deciso di chiudere l’impianto, ed è stata confermata l’utilità degli studi epidemiologici di coorte residenziale nelle decisioni istituzionali di questo tipo».

Il termovalorizzatore (ovvero inceneritore con recupero energetico) di Ospedaletto, di proprietà pubblica e regolarmente autorizzato ad opere, ha difatti ufficialmente interrotto l’attività lo scorso anno. Nella decisione, come ricordato dal Cnr, hanno pesato in modo particolare le condizioni di vetustà dell’impianto. Al proposito è utile sottolineare come le valutazioni epidemiologiche elaborate nello studio dal Cnr sono giocoforza sito-specifiche e dunque non generalizzabili: ad esempio una recente ricerca condotta nel Regno Unito (dove si termovalorizza circa il doppio dei rifiuti urbani rispetto all’Italia) dall’Imperial College London, dietro finanziamento di Public Health England e del Governo scozzese, ha analizzato 22 inceneritori presenti nel Paese lungo un arco di tempo di 7 anni, ed è giunta a concludere che «anche se non è possibile escludere del tutto impatti sulla salute pubblica, è probabile che gli inceneritori moderni e ben regolati abbiano un impatto molto piccolo, se non addirittura impercettibile, sulle persone che vivono nelle vicinanze».

Posto dunque che l’impatto zero per ogni impianto industriale – inceneritori compresi, naturalmente – non esiste, quel che occorre è una valutazione precisa dell’attuale fabbisogno di trattamento rifiuti e degli impianti necessari a soddisfarlo lungo tutta la filiera (recupero di materia, di energia, smaltimento), partendo dalla constatazione che sulla Toscana grava da tempo una strutturale carenza di questi impianti. Un dato del resto comune a gran parte d’Italia, dove i rifiuti percorrono ogni anno qualcosa come 1,2 miliardi di km prima di trovare impianti in grado di accoglierli, con i relativi costi economici e soprattutto ambientali – si pensi al traffico veicolare dovuto ai camion che li trasportano, ad esempio – di assoluto rilievo.

Nel frattempo, a Pisa ha preso avvio il secondo studio sullo stato di salute: l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) è stato infatti incaricato dalla direzione Ambiente-assessorato alla Salute del Comune di effettuare un approfondimento sull’impatto congiunto sulla salute del rumore e dell’inquinamento atmosferico.