Come partecipare allo studio in corso rispondendo ad un semplice questionario online

Psicologia della crisi climatica, tra ottimisti ambiziosi e pessimisti ansiosi

La maggior parte delle persone intervistate presenta una preferenza per politiche climatiche stringenti, ma emergono differenze in base al proprio atteggiamento verso il futuro

[11 Novembre 2022]

È fresca la memoria di un’estate arida e lunga per gli italiani, accompagnata da una straordinaria siccità. La riduzione della produzione agricola per mancanza d’acqua non ha fatto altro che esacerbare l’inflazione causata dalla scarsità energetica e gli effetti di lungo periodo della pandemia. Questa anomalia climatica si è prolungata fino alle porte dell’inverno, con temperature attorno ai 25 gradi sulle coste tirreniche. Eppure, sebbene l’evidenza del cambiamento climaticosia diventata lapalissiana, non tutti sono d’accordo sulle politiche da intraprendere.

Molti studiosi sostengono che una cittadinanza correttamente informata e con una maggiore fiducia nelle istituzioni sia anche una cittadinanza favorevole alle politiche climatiche. Sebbene questa visione analitica dell’elettore sia convalidata da molti studi, sono spesso ignorati gli aspetti più irrazionali ed emotivi da parte di analisti ed esperti.

Studi di psicologia analitica indicano l’emergenza di una forma di ansia relativa al futuro e alla sostenibilità ambientale, accompagnata da un maggiore interesse per i suddetti temi e politiche. Chiamata ansia climatica, sembra avere un affetto preponderante nei giovani.

Unendo queste evidenze con quelle della letteratura economica sul cittadino fiducioso, emerge immediatamente una stonatura: dobbiamo essere fiduciosi o ansiosi per appoggiare le politiche climatiche?

Tramite un questionario studiato per evidenziare le risposte emotive delle persone su temi di rilevanza politica e climatica, siamo riusciti ad evidenziare come i sostenitori di politiche climatiche più stringenti siano quelle con una visione del futuro e della società più pessimista.

Questo è stato possibile strutturando un questionario secondo due direttrici di domande: il primo è quello costituito dalle attitudini verso il futuro, mentre il secondo è un insieme di riferimenti a diversi argomenti usati nella dialettica politica attorno al cambiamento climatico. La “stringenza” delle politiche climatiche è spesso soprannominata ambizione dagli esperti, in quanto permetterebbe di raggiungere obbiettivi climatici sempre più alti, tra qui la decarbonizzazione del sistema economico.

Abbiamo presentato questi primissimi risultati il 2 novembre nel dipartimento di Scienze politiche e internazionali dell’Università di Siena. Un semplice strumento come il questionario adottato ci sta permettendo di evidenziare quattro gruppi di persone: ottimisti rilassati, ottimisti ambiziosi, pessimisti ansiosi, pessimisti cinici.

I gruppi che tendono a preferire livelli di politica climatica meno stringente o per così dire più rilassata sono gli ottimisti rilassati e i pessimisti cinici. Dei due, i primi ritengono che la società risponderà autonomamente alla crisi climatica, e non sarà necessario alcun tipo di intervento. I pessimisti cinici rappresentano invece quel gruppo di persone che presenta allo stesso tempo una visione negativa della società attuale con una preferenza molto bassa per politiche climatiche; sono rari secondo i primi risultati, e ritengono qualsiasi intervento come vano.

Tra i sostenitori delle politiche climatiche abbiamo invece gli ottimisti ambiziosi i pessimisti ansiosi. Il primo gruppo rappresenta le persone che hanno fiducia nelle istituzioni e nel sistema economico, ma ritengono che le politiche climatiche siano necessarie per garantire uno sviluppo sostenibile della società. Gli ansiosi ritengono che invece, senza queste politiche, non sarà possibile mantenere questo modello di società a lungo senza rischiare un collasso ambientale.

Seguendo la letteratura economica, dovremmo trovare una preponderanza di pessimisti cinici e ottimisti ambiziosi nel nostro campione. Invece, la maggior parte delle persone intervistate presenta in primo luogo una preferenza per politiche climatiche stringenti. È molto più facile vedere una certa differenza fra le persone a seconda della loro visione per il futuro.

Questo vuol dire che per il momento, sembra che la letteratura psicometrica sembri essere corretta dal nostro punto di vista: sebbene le persone siano mediamente in favore di politiche climatiche stringenti, le persone con una maggiore ansia verso il futuro sono quelle che appoggiano meglio politiche climatiche stringenti.

Sebbene i primi risultati siano promettenti, facciamo fatica a raggiungere tutti i segmenti della popolazione. Al fine di rafforzare i risultati della ricerca, il gruppo di ricerca ringrazia ogni lettore di Greenreport che parteciperà allo studio (usare questo link per partecipare).

Il questionario è composto da 24 “affermazioni” e 6 domande di controllo, con un tempo di completamento di circa 10 minuti. Al termine dello studio viene inoltre fornito il profilo di preferenza climatica. È suggerita la diffusione del questionario a conoscenti e amici, al fine di garantire rappresentatività del questionario.