Porre fine alla povertà e alla disuguaglianza in aumento, rispettando tutte le persone e il nostro pianeta

Guterres: «L’aumento della povertà e la condanna morale del nostro tempo». Steiner: «L'accesso alle energie rinnovabili è una leva vitale per creare posti di lavoro verdi dignitosi»

[18 Ottobre 2021]

Ieri, l’international Day for the Eradication of Poverty è stato purtroppo l’occasione per celebrare un fallimento, come ha detto l’Onu: «In un mondo caratterizzato da un livello di sviluppo economico, mezzi tecnologici e risorse finanziarie senza precedenti, che milioni di persone vivano in condizioni di estrema povertà è un oltraggio morale. La povertà non è solo un problema economico, ma piuttosto un fenomeno multidimensionale che comprende la mancanza sia di reddito che delle capacità di base per vivere dignitosamente».

Le persone che vivono in povertà sperimentano molte privazioni interconnesse e che si rafforzano a vicenda che impediscono loro di realizzare i propri diritti e perpetuano la loro povertà, tra le quali: condizioni di lavoro pericolose; alloggi non sicuri; mancanza di cibo nutriente; accesso alla giustizia disuguale; mancanza di potere politico; accesso limitato all’assistenza sanitaria

La pandemia di Covid-19 ha aggravato un quadro globale che sembrava in miglioramento, invertendo decenni di progressi nella lotta alla povertà e alla povertà estrema. Secondo la Banca Mondiale, «Tra 88 e 115 milioni di persone sono state spinte nella povertà a causa della crisi, con la maggior parte dei nuovi poveri estremi che si trovano nei Paesi dell’Asia meridionale e sub-sahariana dove i tassi di povertà sono già alti. Nel 2021, questa cifra dovrebbe salire tra 143 e 163 milioni. Questi “nuovi poveri” si uniranno ai ranghi degli 1,3 miliardi di persone che già vivono in una povertà multidimensionale e persistente che hanno visto aggravarsi le loro privazioni preesistenti durante la pandemia globale».

Mentre il mondo si avvia a riprendersi dal Covid-19, ma l’Onu fa notare che il messaggio che arriva dalle persone che vivono in estrema povertà è chiaro: «Non vogliono un ritorno a passato né per ricostruire quello che c’era prima. Non vogliono un ritorno agli svantaggi e alle disuguaglianze strutturali endemiche. Invece, le persone che vivono in povertà si propongono di andare avanti. Andare avanti significa trasformare il nostro rapporto con la natura, smantellare le strutture di discriminazione che svantaggiano le persone in povertà e costruire sul quadro morale e giuridico dei diritti umani che pone la dignità umana al centro della politica e dell’azione. Costruire guardando avanti significa non solo che nessuno sia lasciato indietro, ma che le persone che vivono in povertà siano attivamente incoraggiate e sostenute per essere in prima linea, impegnandosi in una partecipazione informata e significativa nei processi decisionali che influenzano direttamente le loro vite. Nel costruire in avanti, dobbiamo lasciarci arricchire dalla ricchezza di saggezza, energia e intraprendenza che le persone che vivono in povertà possono contribuire a dare alle nostre comunità, alle nostre società e, in definitiva, al nostro pianeta».

Nel suo messaggio in occasione dell’international Day for the Eradication of Poverty, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha ricordato che «Per la prima volta in due decenni, la povertà estrema è in aumento. Gli attuali livelli di povertà sono una condanna morale del nostro tempo. La pandemia di Covid-19 ha devastato le economie e le società di tutto il mondo, con circa 120 milioni di persone in più cadute in povertà lo scorso anno. Una ripresa irregolare amplia ulteriormente le disuguaglianze tra il nord e il sud del pianeta. Manca la solidarietà, anche quando ne abbiamo più bisogno, La lotta alla povertà deve essere anche una lotta alle disuguaglianze. La disuguaglianza dei vaccini ha permesso alle varianti di Covid di mutare e “scappare”, condannando il mondo a milioni di morti in più e prolungando una recessione economica che potrebbe costare vite e trilioni di dollari.  Dobbiamo porre fine a questo oltraggio, affrontare il sovraindebitamento e garantire investimenti di stimolo nei Paesi che ne hanno più bisogno».

Guterres ha presentato un approccio su tre fronti  per la ripresa globale per “Build Better”, a partire dalla «Volontà politica e partenariati più forti per raggiungere la protezione sociale universale entro il 2030. Affinché una ripresa trasformativa ponga fine agli svantaggi strutturali e alle disuguaglianze endemiche che hanno perpetuato la povertà anche prima della pandemia, il mondo deve investire nella riqualificazione dei posti di lavoro per la crescente economia verde. E dobbiamo investire in posti di lavoro di qualità nell’economia dell’assistenza, che promuoveranno una maggiore uguaglianza e consentiranno a tutti di ricevere le cure dignitose che meritano. La ripresa deve essere inclusiva per non lasciare indietro così tante persone,”aumentando la vulnerabilità di gruppi già emarginati e spingendo gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) sempre più fuori portata. Il numero di donne che vivono in condizioni di estrema povertà supera di gran lunga quello degli uomini. Anche prima della pandemia, i 22 uomini più ricchi del mondo possedevano più ricchezza di tutte le donne dell’Africa, e questo divario si è solo ampliato, Non possiamo rialzarci senza la metà del nostro potenziale. Gli investimenti economici devono mirare alle donne imprenditrici, legalizzare il settore informale, concentrarsi su istruzione, protezione sociale, assistenza all’infanzia universale, assistenza sanitaria e lavoro dignitoso e colmare il gap digitale, compresa la sua profonda dimensione di genere».

Per costruire un mondo resiliente, ad emissioni net zero, per il Capo dell’Onu «La ripresa deve essere sostenibile. Esorto tutti ad ascoltare molto di più chi vive in povertà, ad affrontare gli oltraggi e a smantellare le barriere per l’inclusione, in ogni società. Oggi e ogni giorno uniamo le mani per porre fine alla povertà e creare un mondo di giustizia, dignità e opportunità per tutti».

Nel suo messaggio, Achim Steiner, amministratore dell’United Nations Development Programme (UNDP), ha parlato delle numerose iniziative in corso per aiutare le comunità a ricostruire meglio: «In un contesto in cui le persone che vivono in povertà sono le più colpite dai cambiamenti climatici, il piano strategico UNDP 2022-2025 costituisce una audace promessa di far uscire 100 milioni di persone dalla povertà multidimensionale».

Per Steiner «L’accesso alle energie rinnovabili è una leva vitale per creare posti di lavoro verdi dignitosi riducendo le emissioni di carbonio» e ha ricordato l’ambizioso impegno dell’UNDP a lavorare con i suoi partner per fornire ad altri 500 milioni di persone l’accesso all’energia pulita e conveniente da 202: «Iniziative come l’UNDP Climate Promise sono essenziali, poiché aiutano 120 Paesi a ridurre le loro emissioni mentre costruiscono la resilienza delle comunità vulnerabili e anche a porre fine alla povertà e plasmare un futuro che riequilibrerà i bisogni delle persone».