Piombino, continua la querelle sui carotaggi Rimateria

Prosegue lo stallo dopo l’ultimo incontro tra il Comune e la società

[25 Settembre 2020]

Mese dopo mese prosegue la disputa attorno ai carotaggi che l’Amministrazione comunale di Piombino, dando seguito a una promessa elettorale del sindaco Ferrari, intende realizzare all’interno della discarica gestita dalla partecipata pubblica Rimateria a Ischia di Crociano.

Dopo l’incontro con la società svoltosi ieri, il sindaco Francesco Ferrari e l’assessore all’Ambiente Carla Bezzini informano che prima di poter procedere con le operazioni Rimateria «ci ha comunicato la propria intenzione di chiedere una nuova, ennesima autorizzazione, stavolta da parte del Tribunale che sta curando il concordato»; al contempo, l’azienda chiede «una malleva che, nel caso fosse sottoscritta, esporrebbe il Comune a rischi eccessivi, accollandosi responsabilità ben oltre ogni ragionevole accordo».

Ovvero, l’azienda avrebbe chiesto al Comune «di accollarsi danni patrimoniali connessi all’eventuale sospensione dei conferimenti nel caso in cui i risultati evidenziassero la presenza di sostanze pericolose che non potevano essere lì conferite».

Sindaco e assessore rispondono a muso duro: «Non possiamo accettare una simile posizione e, da domani, saremo costretti a ricorrere ad altre misure».

Come evidenziato nell’arco degli ultimi mesi, è però l’intera operazione dei carotaggi che pare essere stata impostata in modo inconcludente se non strumentale.  Come noto, tutta l’iniziativa è nata a valle dell’operazione “Dangerous trash”, scattata a Livorno nel dicembre 2017 con un blitz – condotto dalla Dda di Firenze insieme ai Carabinieri forestali – nelle aziende Lonzi Metalli e Ra.Ri, ipotizzando che a partire dalle due società circa 200mila tonnellate di rifiuti siano state smaltite in discariche (tra le quali quella gestita da Rimateria) in modi non conformi alla legge. I carotaggi, secondo le tesi avanzate dai proponenti, dovrebbero aiutare a capire l’effettiva natura di questi conferimenti.

Come, però, non è affatto chiaro: anche se scavando dovessero emergere dei rifiuti pericolosi ciò non potrebbe dare alcuna indicazione utile sull’effettiva concentrazione e pericolosità dei rifiuti presenti nell’impianto. Tra i rifiuti pericolosi, ad esempio, rientrano tra gli altri barattoli di vernice, batterie, olio esausto da cucina, bombolette spray; tutti rifiuti che purtroppo affollano anche i cestini dell’indifferenziata (mentre andrebbero consegnati alle isole ecologiche), che non per questo vengono però additati come bombe ecologiche. Quel che conta sono le soglie di concentrazione.

Ecco dunque perché a una discarica come quella Rimateria ciò che è richiesto è la corretta gestione dei formulari sui rifiuti in ingresso, e il corretto svolgimento dei controlli su questi rifiuti secondo quanto stabilito dalle autorizzazioni che le permettono di operare. Sono queste autorizzazioni a dire in che modo, quando e quali controlli effettuare: a campione e a sorpresa.

Non a caso, in quasi tre anni la magistratura non ha mai rilevato la necessità e/o l’utilità di effettuare carotaggi, mai richiesti dagli organi giudiziari. Per effettuare i carotaggi, invece, il Comune di Piombino ha lanciato nei mesi scorsi un bando con base d’asta da 27mila euro, aggiudicato poi per poco meno di 25mila euro.