Anche nel resto del Paese il settore si è mostrato tra i più dinamici

Pil e occupazione sono tornati a crescere nel Mezzogiorno, grazie all’agricoltura

Ma senza (buona) industria colmare il divario col resto del Paese rimarrà un miraggio

[27 Giugno 2016]

Le ultime stime su Pil e occupazione a livello territoriale diffuse dall’Istat mostrano come il rimbalzo economico del Mezzogiorno nel corso dell’ultimo anno sia arrivato a +1% (a fronte dello 0,8% registrato a livello nazionale): si tratta del «primo recupero del Pil dopo sette anni di cali ininterrotti». A sua volta il recupero dell’occupazione è stato maggiore al Sud (+1,5%) che nel resto del Paese (+0,6%).

A frenare facili entusiasmi basta ricordare come l’economia del Mezzogiorno mostri storicamente performance peggiori del resto del Paese, con un ulteriore crollo del Pil dal 2008 pari al 13%, poco meno del doppio rispetto alla media italiana. Più interessante sottolineare l’andamento delle singole componenti che hanno portato l’economia del Sud a crescere più del resto d’Italia durante il 2015.

La crescita del valore aggiunto – spiega l’Istat – è considerevole nel comparto agricolo (+7,3%), ma incrementi di un certo rilievo si osservano anche in quello del commercio, pubblici esercizi, trasporti, telecomunicazioni (+2,6%) e nelle costruzioni (+1,4%). L’industria in senso stretto segna invece una variazione quasi nulla, mentre il settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali è l’unico a presentare un calo (-0,6%)». Anche per quanto riguarda la crescita dell’occupazione, nel Mezzogiorno è trainata, oltre che dal risultato positivo dell’agricoltura, dal marcato incremento nei settori del commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+2,7%) e nelle costruzioni».

È dunque l’agricoltura a dominare questo scenario di recupero, una considerazione che è possibile estendere – seppur in misura minore – a tutto il Paese. È infatti in agricoltura, silvicoltura e pesca che il Pil nel 2015 è cresciuto più che in ogni altro settore (+3,8% rispetto a 0,8% generale), e lo stesso dicasi per l’occupazione. A fronte di un +2,2% nei campi (e un +0,6% generale), solo il macrosettore dei “Servizi finanziari, immobiliari, professionali e alle imprese” riesce a tenere il passo.

La conferma che l’agricoltura può tornare a dare un importante contributo nello sviluppo (sostenibile) del Paese, anche in forme finora poco esplorate. Si pensi ad esempio a Taranto, dove è in corso un progetto pilota per liberare i terreni che circondano l’Ilva dalla diossina grazie a coltivazioni di cannabis.

Pensare però di far ripartire il Mezzogiorno (o addirittura l’Italia intera) facendo perno sulla sola agricoltura è un’illusione pericolosa. Come ha ben documentato l’Associazione per lo SVIluppo dell’industria nel MEZzogiorno (Svimez) nel suo ultimo rapporto, il Sud non si risolleverà senza industria e sostenibilità. Bonifiche, economia circolare, energie rinnovabili e (anche) agricoltura. Quello dell’economia verde è un progetto di sviluppo complessivo, che fiorisce non solo nei campi.