Inaugurata l’installazione di arte contemporanea First act

Pale eoliche in Palazzo Pitti, a Firenze gli Uffizi uniscono rinnovabili e patrimonio artistico

Schmidt: «Ci fa riflettere sul più grave pericolo che il nostro pianeta sta correndo, quello di perdere l’equilibrio ecologico mettendo pertanto a rischio la sopravvivenza del genere umano»

[30 Dicembre 2022]

Se la Toscana è la peggiore regione d’Italia per installare nuovi impianti rinnovabili, parte dei motivi vanno rintracciati anche nell’ostinazione con cui le Soprintendenze – diramazione diretta del ministero della Cultura sui territori – bloccano continuamente anche i progetti più innocui, adducendo ragioni di tutela paesaggistica per un territorio che già oggi è ben più stravolto dalla crisi climatica col suo corredo di eventi meteo estremi.

Firenze e dintorni rappresentano un caso scuola: la nuova soprintendente, perfettamente in linea col suo predecessore, sta mostrando contrarietà anche a dei semplici pannelli fotovoltaici sui tetti, finanche sullo stadio Franchi che sarà riqualificato con risorse Pnrr, minando le pur timide semplificazioni autorizzative che il Comune sta cercando di portare avanti.

Nel frattempo, in un tempio dell’arte come Palazzo Pitti, è stata inaugurata First act, installazione di arte contemporanea contro la crisi ecologica, ispirata ad un presepe corredato da pale eoliche e cavallette.

Opera dell’artista libano-canadese Marya Kazoun, First act vede protagoniste le sagome quasi arboree dei Magi, realizzate in ovatta – alte 2,60 metri – e rivestite da una stoffa bianco latte. Non portano in dono oro, incenso e mirra ma energia pulita, rappresentata dalle pale eoliche montate sulla loro sommità.

Il vento, che rappresenta il transitorio e l’inafferrabile, è in quest’opera il respiro vitale dell’universo e di chi lo abita. In opposizione ad esso, la presenza minacciosa di uno sciame di locuste, realizzate in vetro a Murano, simboleggia la rovina climatica sempre più incombente sul destino del pianeta.

«Proteggere il patrimonio artistico e conservare l’eredità paesaggistica e ambientale sono doveri seri e urgenti che non devono mai entrare in conflitto, ma favorirsi a vicenda – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – Nell’installazione First act, Marya Kazoun prende avvio dalla tradizione presepiale e ci fa riflettere sul più grave pericolo che il nostro pianeta sta correndo: quello di perdere l’equilibrio ecologico, mettendo pertanto a rischio la sopravvivenza del genere umano».

Un’affermazione tutt’altro che banale visto che arriva dagli Uffizi, e che si aggiunge alla posizione congiunta recentemente assunta da Legambiente, Wwf e Fai (e sostanzialmente condivisa anche da Greenpeace) sui Paesaggi rinnovabili, un esercizio di equilibrio dinamico tra fonti energetiche sostenibili e tutela del paesaggio che non si traduca in puro immobilismo. Il che significa certamente tutelare il paesaggio come pure il patrimonio storico-artistico – nessuno si sogna di piazzare una pala eolica davanti al duomo di Firenze, dove pure c’è una buona ventosità –, ma occorre comunque aver chiaro l’ordine delle priorità.

Nella fattispecie, questo per l’Italia significa rispettare i target proposti dall’iniziativa europea RePowerEu, che si traducono nell’installazione di circa 10 GW di impianti rinnovabili l’anno da qui al 2030, per cominciare a mettere davvero in campo gli strumenti che possono aiutarci a ridurre il costo delle bollette e al contempo lottare in modo proattivo contro la crisi climatica.

L’opera First act, nel frattempo, trasmetterà il suo messaggio ambientalista per tutte le Feste di Natale e fino al 29 gennaio dalla Sala Bianca, lo spazio più prestigioso di Palazzo Pitti a Firenze.

L. A. 

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  • Marya Kazoun: First Act