Oltre un quarto dei giovani adulti italiani non studia né lavora: nessuno fa peggio nell’Ue

Per Eurostat è in Italia la percentuale più alta di Neet tra i 20 e i 34 anni: 28,9%, davanti a Grecia, Bulgaria e Romania

[28 Giugno 2019]

Da una parte in Italia i giovani sono sempre meno – nel nostro Paese abbiamo ridotto la presenza delle più giovani generazioni su livelli che il complesso del pianeta vedrà forse solo in una fase avanzata del XXII secolo –, dall’altra i pochi rimasti non vengono neanche considerati come una risorsa preziosa, oltre che scarsa. L’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) ha infatti appena aggiornato i dati relativi alla condizione di Neet – ovvero coloro che non lavorano, non sono inseriti in un percorso educativo né di formazione – nella fascia d’età 20-34 anni, ed è proprio all’Italia che per il 2018 viene imputato il peggior risultato di tutta l’Unione europea.

Circa uno su sei (il 16,5%) dei giovani adulti europei rientra nella categoria Neet, condizione che accomuna circa 15 milioni di ragazze e ragazzi in tutta Europa, ma con una percentuale che varia ampiamente tra uno Stato membro e l’altro, oltre che a seconda del genere. Per le donne tra i 20 ei 34 anni il tasso Neet nel 2018 è arrivato ad esempio al 20,9%, rispetto al 12,2% degli uomini nella stessa fascia d’età.

Per quanto riguarda invece la variabilità geografica, si passa da tassi tutto sommato ridotti come quelli di Svezia (8,0%), Paesi Bassi (8,4%), Lussemburgo (9,9%) e Malta (10,1%), fino a quelli di Romania (20,6%), Bulgaria (20,9%), Grecia (26,8%) e infine Italia: 28,9%.

Si tratta di un dato allarmante non solo per i giovani direttamente coinvolti, ai quali è negata la possibilità di costruirsi un futuro dignitoso all’interno del proprio Paese, ma anche per tutto il resto della popolazione, che non può contare sul contributo delle fasce d’età più giovani, spesso le più istruite e le più attente alle sfide poste dallo sviluppo sostenibile. Non c’è dunque da stupirsi se tra il 2008 e il 2017 i saldi con l’estero di giovani cittadini italiani con livello di studio medio-alto sono negativi in tutte le regioni italiane, come rilevato dall’ultimo report Istat: una vera e propria emergenza nazionale, resa invisibile dall’insipienza politica.