Oggi è l’Overshoot day globale, ma in Italia siamo in debito col pianeta già dal 13 maggio

Il resto dell’anno lo passeremo erodendo il nostro capitale naturale, mettendo così a repentaglio non solo le nostre chance di sviluppo sostenibile ma anche quelle delle generazioni future

[29 Luglio 2021]

Quest’anno l’Overshoot day, ovvero il Giorno del sovrasfruttamento della Terra, cade il 29 luglio: significa che sebbene resti ancora poco meno di metà anno davanti a noi, abbiamo già esaurito tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi del nostro pianeta possono rinnovare nel corso dell’intero 2021. Il resto dell’anno lo passeremo dunque erodendo il nostro capitale naturale, che non a caso in Italia si sta già depauperando progressivamente.

Anche perché il nostro Paese fa peggio della media globale, dato che l’Overshoot day italiano è già passato da due mesi e mezzo, per la precisione dal 13 maggio.

Come spiega Alessandro Galli, senior scientist del Global footprint network – l’istituzione che ogni anno calcola la cadenza dell’Overshoot day – l’Overshoot day italiano «è la data in cui l’Earth Overshoot day cadrebbe se ciascun cittadino del mondo avesse lo stesso stile di vita e gli stessi livelli di consumo di un italiano medio. Ad oggi, o meglio al 2017 – l’ultimo anno per cui abbiamo dati nazionali a disposizione – l’impronta ecologica di un italiano corrisponde a circa 4.4 gha, ben oltre il valore medio mondiale di 2.8 gha a persona. Sebbene l’impronta italiana sia rimasta quasi invariata negli ultimi 5 anni, essa è più che raddoppiata rispetto all’inizio degli anni sessanta (quando ha inizio la serie storica dei dati in nostro possesso), quando un cittadino italiano richiedeva in media circa 2.4 ettari di terreno biologicamente produttivo per sostenere il proprio stile di vita».

L’Overshoot day viene infatti calcolato confrontando il budget di risorse naturali e servizi ecosistemici messi a disposizione dal nostro pianeta (la biocapacità) con la domanda di tali risorse e servizi da parte dell’umanità (come proxy viene usata l’impronta ecologica).

Come migliorare? «Credo valga la pena riflettere su quali siano le attività giornaliere che determinano maggiormente l’impronta di noi italiani: le nostre analisi al Global footprint network indicano i consumi alimentari (25% circa dell’impronta totale) e il settore dei trasporti (18% circa) come le due determinanti principali dell’impronta ecologica degli italiani. Intervenire sul sistema alimentare e su quello dei trasporti, nonché sulla pianificazione territoriale ed urbana, sono a mio avviso i punti cardine dai quali partire per un Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che miri a mitigare le cause principali della nostra impronta ecologica», conclude Galli.

La buona notizia è che si tratta di una sfida possibile da vincere, e gli esempi di successo ci sono già. Su tutti quello della Provincia di Siena, che è riuscita a traguardare – ormai dal 2011 – un risultato che l’Europa intera si prefigge di raggiungere solo entro il 2050: azzerare le emissioni nette di gas serra, per contrastare la crisi climatica in corso. In realtà il bilancio locale dei gas serra è ancora migliore, dato che viene assorbito un ammontare di CO2eq pari al 101% di quella emessa (dato 2019, certificato ISO 14064 dal gruppo di Ecodinamica dell’Università di Siena).

«Circa 15 anni fa – spiegano nel merito dall’Alleanza territoriale – con il progetto SPIn-Eco fu realizzato il primo bilancio fra impronta ecologica e biocapacità per la Provincia di Siena. Lo studio (Bagliani et al., 2008) evidenziò un sostanziale pareggio fra i due parametri: erano utilizzate tante risorse quante annualmente prodotte. Gli studi sul bilancio dei gas serra della Provincia di Siena mostrano che, da allora, le emissioni di anidride carbonica emesse in atmosfera sono diminuite di poco meno del 20%, con conseguente abbassamento del valore di impronta ecologica». Forse rifacendo i calcoli oggi, l’Overshoot day in Provincia di Siena potrebbe già cadere il 31 dicembre.