Obiettivi di sviluppo sostenibile: «Tremendamente fuori strada»

Onu: così il mondo non riuscirà a rispettare gli SDG 2030. Troppa ingiustizia e poca lotta al cambiamento climatico

[13 Luglio 2021]

Dopo la pubblicazione del rapporto SOFI 2021, dal quale è emerso che nel mondo nel 2020 tra 720 e 811 milioni di persone hanno affrontato la fame – circa 161 milioni in più rispetto al 2019 – il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che «I nuovi, tragici dati indicano che il mondo è tremendamente fuori strada per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo Sostenibile ( SDGs ) entro il 2030.  I costi elevati, insieme a livelli costantemente alti di povertà e disparità di reddito, continuano a tenere le diete sane fuori dalla portata di circa 3 miliardi di persone, in ogni regione del mondo».

Per questo Guterres ha sottolineato l’importanza del Food Systems Summit, che si terrà a settembre e ha ricordato che «Nonostante la fame sia in aumento da diversi anni, nel 2021 non riusciamo a garantire quello che è un diritto fondamentale per le persone di tutto il mondo. E il Covid-19 non solo ha peggiorato le cose, ma ha anche evidenziato i legami tra disuguaglianza, povertà, cibo e malattie.   Nonostante un aumento del 300% della produzione alimentare globale dalla metà degli anni ’60, la malnutrizione è un fattore importante che contribuisce alla riduzione dell’aspettativa di vita».

I capo dell’Onu ha detto che «Il cambiamento climatico è sia un motore che una conseguenza della fame. La nostra guerra con la natura include un sistema alimentare che genera un terzo di tutte le emissioni di gas serra ed è anche responsabile fino all’80% della perdita di biodiversità.  E la fame spinge i conflitti».

Come riconosciuto  nell’Agenda per lo sviluppo 2030 dell’Onu , la fame e la malnutrizione sono interconnesse e devono essere affrontate insieme ad altre sfide globali.  Per Guterres «E’ tempo di mantenere la nostra promesse. In un mondo di abbondanza, è inaccettabile che miliardi di persone non abbiano accesso a diete sane. Il tempo per fare i cambiamenti urgenti necessari per limitare l’aumento della temperatura globale sta per scadere».

Prima del Food Systems Summit che si terrà durante l’Assemblea generale dell’Onu, alla fine di questo mese Guterres convocherà un pre-vertice a Roma per capire insieme come affrontare la fame, l’emergenza climatica, la disuguaglianza e i conflitti e trasformare urgentemente i sistemi alimentari globali. Riferendosi ai dialoghi nazionali condotti in tutto il mondo. il segretario generale dell’Onu ha spiegato che «Abbiamo ascoltato migliaia di voci in tutto il mondo e idee di donne, popoli indigeni e giovani che sono il futuro dei nostri sistemi alimentari. Le loro idee sulle “transizioni verdi” per promuovere il lavoro dignitoso, migliorare l’accesso alla tecnologia e ripristinare il rapporto dell’umanità con il pianeta, saranno tutte inserite nel Summit. Oltre a sostenere miliardi di posti di lavoro, il cibo unisce anche famiglie e comunità. E apportare modifiche ai sistemi alimentari non solo limiterebbe gli impatti della pandemia, ma ci porterebbe anche verso un mondo più sicuro, più equo e più sostenibile».

Guterres ha definito «profondi» gli aspetti sociali, ambientali ed economici dei sistemi alimentari e ha precisato che «Il nostro rapporto con il cibo è parte fondamentale di tutti gli aspetti della vita sulla Terra. L’Agenda 2030  è il progetto per riprendersi dal Covid, investire nei cambiamenti del sistema alimentare sosterrebbe la trasformazione. E’ uno degli investimenti più intelligenti e necessari che possiamo fare».

Intervenendo al Nigeria national consolidatory dialogue organizzato in Nigeria la vice segretaria generale dell’Onu Amina Mohammed ha descritto il cambiamento dei sistemi alimentari come «Un’opportunità per guidare il progresso in tutti gli SDG. Lavorando insieme e abbracciando le trasformazioni necessarie, possono essere guariti sia le persone che il pianeta. Se vogliamo affrontare l’emergenza climatica, garantire una migliore salute e benessere delle persone, superando anche le disuguaglianze, dobbiamo trasformare i nostri sistemi alimentari».