Nuovi impianti di gestione rifiuti in Toscana, slittano ancora i termini dell’avviso pubblico

La Giunta regionale ha stabilito un’ulteriore proroga per l’invio delle manifestazioni d’interesse: la scadenza è fissata ora al 31 marzo

[9 Marzo 2022]

Con la delibera della Giunta n. 263 del 7 marzo, la Regione Toscana ha stabilito un’ulteriore proroga per l’invio delle manifestazioni d’interesse relative all’avviso pubblico per la “realizzazione di impianti di recupero/riciclo rifiuti urbani e/o rifiuti derivati dal trattamento degli urbani”, lanciato lo scorso novembre: la scadenza era inizialmente prevista per il 28 febbraio, prorogata poi al 14 marzo, mentre adesso la deadline per l’invio delle manifestazioni d’interesse è stata di nuovo spostata al 31 marzo.

Una proroga di ulteriori 17 giorni che arriva a valle della richiesta avanzata a gennaio dalla Confservizi Cispel regionale «a nome di tutti i gestori dei servizi ambientali della Toscana».

Considerato che la richiesta è motivata dal fatto che nel medesimo periodo, le aziende interessate si trovano molto impegnate a rispondere anche alle procedure per la presentazione dei progetti relativi agli avvisi del ministero della Transizione ecologia su fondi stanziati per attuare il Pnrr – con scadenza 14 febbraio 2022 a sua volta prorogata al 14 marzo –, che vede coinvolti sia i gestori che le autorità di ambito (Ato), la Giunta ha deciso all’unanimità per questa nuova proroga.

Si allungano dunque di qualche giorno ancora i tempi per rafforzare il quadro conoscitivo a disposizione del Consiglio regionale, finalizzato alla redazione del nuovo “Piano dell’economia circolare” che andrà a sostituire il vigente Piano rifiuti e bonifiche (Prb), dopo che quest’ultimo non ha centrato nessuno dei principali obiettivi posti alla sua approvazione nel 2014.

In quest’ottica, la Regione punta a raccogliere manifestazioni d’interesse a realizzare nuovi impianti (o alla messa a disposizione di impianti industriali esistenti) per il «recupero/riciclo di rifiuti urbani e rifiuti derivanti dal trattamento degli urbani», togliendo però dal campo l’ipotesi di nuovi termovalorizzatori.

Per chiudere il ciclo dei rifiuti (oltre all’impiego residuale delle discariche) restano però insoddisfatti fabbisogni per almeno 597mila ton/anno, come mostra lo studio Ref ricerche recentemente illustrato in Consiglio regionale. Come soddisfare quest’esigenza senza affidarsi alla realizzazione di nuovi termovalorizzatori? La strada dell’innovazione tecnologica punta sul riciclo chimico, che si attende sarà il grande protagonista delle manifestazioni d’interesse in arrivo alla Regione. Per alzare il velo bisognerà però aspettare ancora un po’.