Nonostante il Governo Meloni, gli automobilisti italiani stanno già scegliendo l’elettrico

Quest’anno un quinto delle auto prodotte in Italia sarà full electric, mentre quelle circolanti nel Paese crescono più della media europea

[24 Marzo 2023]

Mentre il Governo Meloni continua la sua battaglia di retroguardia contro la mobilità elettrica, rischiando di compromettere la tenuta del comparto automotive nazionale, nel Paese reale le auto elettriche stanno crescendo a un ritmo maggiore rispetto alla media europea.

I dati aggiornati oggi da Eurostat mostrano che nel 2021 i veicoli elettrici per il trasporto passeggeri in Ue sono cresciuti del 76% rispetto all’anno precedente, con l’Italia sul podio: gli incrementi maggiori si sono infatti registrati in Finlandia (+136%), Croazia (+127%) e nel nostro Paese (+122%).

A livello Ue si stima ormai la presenza di 1,9 mln di veicoli elettrici, con l’Italia (118mila veicoli) che ha superato la Svezia (110mila) ma che deve comunque iniziare a correre per poter recuperare il ritardo accumulato rispetto a Paesi come la Germania (618mila), la Francia (403mila) ma anche i più piccoli Paesi Bassi (245mila).

Nel frattempo, cresce in parallelo anche il consumo di elettricità dedicato al trasporto su strada (+80%), arrivato a livello europeo a 6.910 GWh (lo 0,3% del totale).

Se questo è lo storico, anche le prospettive per quest’anno delineano un contesto di crescita, secondo quanto emerge dall’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano – l’Osservatorio Tea –, presentato alla fiera K.ey 2023 in corso a Rimini e nato su impulso di Motus-e, ovvero l’associazione che rappresenta gli stakeholder della mobilità elettrica, e del Cami (il Center for automotive and mobility innovation dell’Università Ca’ Foscari di Venezia).

«Questa iniziativa rappresenta una grande occasione per conoscere in profondità il sistema automotive italiano nel suo complesso – spiega Giuseppe Giulio Calabrese, responsabile scientifico dell’Osservatorio Tea e dirigente di ricerca del Cnr-Ircres – in questo modo sarà possibile avere una chiara percezione delle trasformazioni in atto nel settore e di come le imprese italiane di questo ecosistema si stanno attrezzando tecnologicamente e in termini di competenze dei propri addetti».

L’Osservatorio documenta che le imprese della filiera elettrica italiana già censite sono oltre 2.500, per un totale di più di 280.000 occupati coinvolti; in prospettiva, entro il 2030 le case auto «investiranno quasi 1.200 miliardi di euro per l’elettrificazione e già quest’anno circa un quinto delle auto prodotte in Italia sarà full electric».

Una quota destinata a crescere notevolmente nei prossimi anni: l’intera filiera della componentistica dovrà quindi farsi trovare pronta, per alimentare la produzione di auto locale e per l’export.

«Il dibattito sullo stop alla vendita dei veicoli termici dal 2035 va superato per concentrarsi in modo pragmatico e pratico sulla politica industriale – conclude il segretario generale di Motus-e, Francesco Naso – dobbiamo essere veloci a supportare la riconversione della filiera italiana, che sconta ancora un certo ritardo rispetto ad altri Paesi Ue. Abbiamo delle competenze invidiate in tutto il mondo, ora serve un attento lavoro di programmazione per metterle a frutto. L’obiettivo a livello nazionale può essere uno solo, sfruttare le trasformazioni in atto nel mondo dell’auto per rilanciare un tessuto produttivo fondamentale per il Paese».