Senza interventi di sostegno al reddito il dato sarebbe quasi raddoppiato, a quota 98.129

Nel 2020 in Toscana c’erano 54.767 famiglie in povertà assoluta

Ma la fascia del disagio è molto più ampia, con il 13% dei toscani che si sente povero e l’8% che non arriva a fine mese. Spinelli: «Occorre lavorare non solo per fronteggiare le emergenze ma in una prospettiva di cambiamento di sistema».

[10 Febbraio 2022]

Mentre il Pil regionale crollava del 12% (contro un -9% nazionale), nell’anno in cui è iniziata la pandemia le famiglie toscane in povertà assoluta sono salite a quota 54.767 (3,3%): circa mille in più rispetto al 2019 (3,2%).

Un dato drammatico, presentato oggi a Firenze con il quinto rapporto su “Povertà e inclusione sociale in Toscana”, frutto della collaborazione tra Osservatorio sociale regionale, Anci Toscana, Irpet, Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, Università di Siena e Caritas Toscana.

I dati del rapporto si riferiscono in gran parte al 2020, epicentro della pandemia, ma l’onda lunga del Covid è ancora in corso, come ha continuato a crescere l’impatto sulle condizioni delle famiglie toscane; non è necessario arrivare fino al livello estremo della povertà assoluta per constatare questo disagio, come dimostra una ricerca Irpet effettuata nel settembre 2021 su un campione rappresentativo della popolazione, e presentata anch’essa oggi a Firenze.

Alla domanda Irpet su come percepivano la propria situazione economica, il 13% dei toscani ha definito la propria condizione economica come ‘povera’, mentre l’8% ha dichiarato di avere grandi difficoltà ad arrivare a fine mese.

«Dobbiamo insistere nell’orientare tutte le nostre azioni verso tutte le possibili povertà: la povertà alimentare come quella educativa o quella abitativa – commenta l’assessora regionale alle politiche sociali, Serena Spinelli – Tutte le azioni e gli interventi dovranno quindi essere in grado di integrarsi, per dare risposte complessive in grado di dare sostegno alle persone difficoltà, ai percorsi di emersione e prevenzione rispetto a ogni tipo di povertà. In questo senso determinante è il lavoro sinergico con le realtà e le istituzioni presenti sui territori, con i Comuni, con i servizi di carattere sociale e sociosanitario, con gli enti del Terzo settore. Occorre infatti lavorare non solo per fronteggiare le emergenze ma in una prospettiva di cambiamento di sistema, realizzando politiche integrate con strumenti e metodologie che diventino patrimonio di tutti e che attivino tutte le risorse e le competenze presenti nelle comunità».

Senza le reti di supporto sociale messe in campo in questi anni di pandemia, anche i dati contenuti nel rapporto presentato oggi avrebbero potuto essere ancora più ampi. Nel 2020 circa un milione di cittadini toscani – quasi uno su tre – ha infatti ricevuto interventi di sostegno al reddito; senza questi interventi, il 5,9% delle famiglie toscane (98.129) sarebbe caduto in povertà assoluta. Basti aggiungere che tra il 2019 e il 2021 l’aiuto alimentare in Toscana è cresciuto del 13,3%: solo nel 2020, in Toscana sono stati distribuiti generi alimentari per un valore di 3,9 milioni di euro.

«Particolarmente importante in questa congiuntura – commentano dalla Regione – anche il ruolo svolto dal Reddito di cittadinanza, che era stato istituito un anno prima della pandemia: il Reddito di cittadinanza ha ridotto la povertà in Toscana di 0,7 punti percentuali nel 2019 e di un punto nel 2020».