Mini idroelettrico a Colle di Val d’Elsa, un po’ di chiarezza sul0 “tubone” e sui prelievi d’acqua

Silextech: «Siamo disponibili ad un confronto costruttivo, questioni così importanti per Colle non possono essere strumentalizzate per mera propaganda politica»

[21 Dicembre 2022]

Il mini idroelettrico continua a tenere banco a Colle di Val d’Elsa, dove una delle più importanti industrie locali – la storica cristalleria Rcr – è a rischio per il caro bollette e punta sull’energia rinnovabile per frenare la crisi, mentre il Comune ha fatto ricorso contro il progetto già autorizzato dalla Regione Toscana bloccando l’intero iter.

Il progetto in questione è quello avanzato da una piccola realtà locale, la Silextech di Pontassieve (FI), tramite la controllata Pvg: nel complesso permetterebbe di valorizzare appieno la centrale idroelettrica già presente (Mak 2) e ne costruirebbe una seconda usando però la stessa acqua già derivata in forza della concessione Mak 2, senza ulteriori prelievi. Insieme, le due centrali potrebbero produrre ben 4 GWh complessivi l’anno, che consentirebbero di evitare l’uso di 1 mln di metri cubi di gas fossile.

Il Comune e il comitato Elsa viva restano però contrari, sollevando – tra le altre – preoccupazioni in merito a prelievi d’acqua dal fiume Elsa ritenuti eccessivi.

«Mak 2 e Pvg – osservano oggi dalla Silextech – hanno effettuato le misure di portata; misure e ricostruzioni che sono state poi validate direttamente dagli enti con competenza specifica in materia. Non si capisce quale possa essere l’ulteriore ente terzo che avrebbe dovuto validare le portate. In ogni caso è bene ribadire e ricordare a tutti un aspetto importantissimo e fondamentale: nel caso in cui il prelievo mensile autorizzato sia superiore alla portata del fiume in quel momento, non potrà essere esercitato per intero. Il “deflusso minimo vitale”, il “deflusso ecologico” ed il rispetto della “percentuale del volume prelevabile” avranno sempre priorità sul prelievo», come stabilito non dalla società proponente ma dalle disposizioni di legge sul tema.

Altro aspetto ritenuto particolarmente critico dai contrari al progetto è il cosiddetto “tubone”, ovvero una condotta totalmente interrata all’interno dell’area urbana, pensata non solo in funzione della produzione idroelettrica ma anche della necessità di gestione delle acque meteoriche che, in occasione dei sempre più frequenti eventi meteo estremi veicolati dalla crisi climatica in corso, causano sistematici allagamenti.

«Come più volte spiegato, la sezione della condotta di quello che viene definito “tubone” – rimarcano dalla Silextech – deriva dalla necessità di raccogliere e regimare le portate derivanti dallo smaltimento delle acque meteoriche in eventi eccezionali salvaguardando cosi l’incolumità pubblica ed evitando allagamenti, sempre più frequenti. Alla luce di quanto appena visto fatichiamo veramente a comprendere quali siano i veri problemi, tenuto conto che in tutto il procedimento tecnico abilitativo alla costruzione ed all’esercizio degli impianti gli uffici tecnici del Comune di Colle hanno sempre reso pareri tecnici positivi, diversamente dai pareri di natura politica. In conclusione: noi ci siamo. Siamo disponibili ad un confronto costruttivo, ad ascoltare e recepire le esigenze di tutti, a ponderare i reciproci legittimi interessi. Questioni così importanti per Colle non possono essere strumentalizzate per mera propaganda politica».