L’Ue rafforza il monitoraggio dell’acqua potabile, si parte con due interferenti endocrini

Sinkevičius: «Non possono esserci compromessi sulle norme di qualità per l'acqua di rubinetto»

[19 Gennaio 2022]

La Commissione europea ha imposto un ulteriore rafforzamento dei controlli sull’acqua potabile in tutta l’Ue, varando un monitoraggio più attento per verificare la potenziale presenza di due interferenti endocrini (beta estradiolo e nonilfenolo) lungo l’intera catena di approvvigionamento idrico.

«Non possono esserci compromessi sulle norme di qualità per l’acqua di rubinetto – spiega Virginijus Sinkevičius, commissario Ue per l’Ambiente – Oggi diamo attuazione a nuove norme che non solo contrastano sostanze inquinanti ben note, ma ci forniscono anche strumenti per affrontare nuove preoccupazioni. Iniziamo con due interferenti endocrini che incidono sulla salute, sull’ambiente e sulla biodiversità».

Come previsto dalle norme dell’Ue sull’acqua potabile in vigore dall’anno scorso, la Commissione ha stilato un primo “elenco di controllo” di composti emergenti da monitorare e sui quali intervenire se necessario; gli Stati membri hanno ora tempo fino al 12 gennaio 2023 per introdurre obblighi di monitoraggio lungo tutta la catena di approvvigionamento dell’acqua potabile e adottare misure in caso di superamento dei valori guida.

Nel corso del tempo, qualora emergessero nuove sostanze che possono essere presenti nell’acqua potabile e comportare un potenziale rischio per la salute – come interferenti endocrini, medicinali o microplastiche – la Commissione le aggiungerà all’elenco.

Si tratta di una decisione particolarmente importante anche per l’Italia, dove la qualità dell’acqua di rubinetto è già tra le migliori in Europa. Se la fiducia nell’acqua del rubinetto migliora, i cittadini possono infatti conseguire importanti benefici, sotto il profilo ambientale come quello dei risparmi economici.

Secondo la Commissione europea, ad esempio, un minore consumo di acqua in bottiglia potrebbe aiutare le famiglie dell’Ue a risparmiare più di 600 milioni di euro all’anno.

Eppure l’italiano medio beve più acqua in bottiglia di tutti in Europa, e questo nonostante lungo lo Stivale l’acqua minerale costi in media 6mila volte di più rispetto a quella in bottiglia.

Resta invece molto da migliorare l’infrastruttura idrica: come testimoniano i dati Istat, perdiamo oltre il 40% dell’acqua immessa in rete, che viene sprecata senza neanche arrivare al rubinetto. Si tratta di 156 litri al giorno per abitante: quanto basterebbe a soddisfare ogni anno le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone.