Iniziata la quinta Assemblea Onu per l'ambiente

L’Onu verso un nuovo accordo globale giuridicamente vincolante sulla plastica

Ogni minuto si riversa nei mari e oceani del mondo l’equivalente di un camion della spazzatura pieno di plastica

[28 Febbraio 2022]

Si è riunita oggi a Nairobi (Kenya) la quinta sessione dell’Assemblea Onu per l’ambiente (Unea-5), ovvero l’organo decisionale più alto al mondo sull’ambiente, per affrontare il crescente problema dell’inquinamento da plastica.

Come spiega direttamente il Programma Onu per l’ambiente (Unep), ogni minuto si riversa nei mari e oceani del mondo l’equivalente di un camion della spazzatura pieno di plastica: delle 11 milioni di tonnellate stimate di inquinamento da plastica che entrano negli oceani ogni anno, fino a 2,7 milioni di tonnellate provengono dai fiumi. Un problema globale che necessita di un approccio altrettanto ampio per essere risolto.

Per questo l’Unione europea ha annunciato che a Nairobi si adoprerà per garantire l’avvio dei negoziati per un nuovo accordo globale giuridicamente vincolante sulla plastica.

Tre i principali obiettivi negoziali: il primo verte sulla necessità di istituire un comitato internazionale di negoziato per un accordo globale giuridicamente vincolante sulla plastica. L’Ue mira a un accordo che adotti un approccio circolare basato sul ciclo di vita della plastica, come indicato nel piano d’azione per l’economia circolare: «Data la natura globale dell’inquinamento da plastica, solo gli sforzi coordinati a livello mondiale riescono a farvi fronte», dichiarano dalla Commissione.

Al contempo, l’Ue punta a creare un gruppo di esperti scientifici sulle sostanze chimiche, i rifiuti e l’inquinamento che fornirà un sostegno analogo a quello dato rispettivamente da IpccIpbes e Irp alle politiche su clima, biodiversità e risorse naturali;

Infine, l’Unione europea mira a definire e promuovere soluzioni basate sulla natura. Le soluzioni basate sulla natura sono azioni volte a proteggere, gestire e ripristinare in modo sostenibile gli ecosistemi naturali e modificati; apportano benefici che sono al tempo stesso ambientali, sociali ed economici e contribuiscono a rafforzare la resilienza.

«Attualmente la mancanza di una definizione internazionalmente concordata delle soluzioni basate sulla natura ostacola i progressi in vari processi negoziali, con il rischio di un ecologismo di facciata e di una classificazione errata delle attività. L’Ue si adoprerà per ottenere una definizione comune che agevoli le discussioni in sede di Cop15 e in altri consessi delle Nazioni Unite come la convenzione sul clima», conclude la Commissione.