I risultati di uno studio Enea condotto a Roma, Torino, Bologna e Trento

Lo smart working riduce le emissioni di gas serra

Permette di evitare l’emissione di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno per lavoratore (-40%) con notevoli risparmi in termini di tempo (circa 150 ore), distanza percorsa (3.500 km) e carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio)

[23 Febbraio 2023]

Lo smart working, il lavoro a distanza o agile, «Permette di evitare l’emissione di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno per lavoratore (-40%) con notevoli risparmi in termini di tempo (circa 150 ore), distanza percorsa (3.500 km) e carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio)».

E’ quanto emerge dallo studio “Potential Benefits of Remote Working on Urban Mobility and Related Environmental Impacts: Results from a Case Study in Italy”, pubblicato su Applied Sciences da un team di ricercatori dell’ENEA,  che ha analizzato l’impatto ambientale dello smart working  Roma, Torino, Bologna e Trento nel quadriennio 2015-2018.

All’ENEA spiegano che «L’indagine ha coinvolto un campione complessivo di 3.397 persone di 29 amministrazioni pubbliche su tutto il territorio italiano, che hanno applicato il lavoro da remoto nel periodo 2015-2018, quindi prima della pandemia. In linea con i dati demografici dei dipendenti nella pubblica amministrazione, il 73,7% del campione è costituito da donne over 50; il 52% del campione ha bambini in età scolare e il 42%  dichiara di avere familiari bisognosi di assistenza. Le persone in lavoro da remoto hanno fornito, in maniera anonima, informazioni su mobilità casa-lavoro, tempi di viaggio e distanza giornaliera percorsa. L’analisi si è concentrata sulle risposte pervenute da lavoratori “agili” con sede a Bologna, Torino, Trento e Roma, che utilizzano l’auto per recarsi al lavoro, in modo esclusivo o in combinazione con altri mezzi».

Roberta Roberto, ricercatrice ENEA del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili e co-autrice dell’indagine insieme ai colleghi di altri settori dell’Agenzia Bruna Felici, Alessandro Zini e Marco Rao, ricorda che «Nel nostro Paese circa una persona su due possiede un’autovettura, vale a dire 666 auto ogni 1000 abitanti, un dato che pone l’Italia al secondo posto in Europa per il più alto tasso di motorizzazione, dopo il Lussemburgo, In Italia i trasporti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni totali nazionali di gas ad effetto serra e quasi tutte (93%) provengono dal trasporto su gomma, con le automobili a fare la parte del ‘leone’ (70%). Il lavoro agile e tutte le altre forme di lavoro a distanza, tra cui lo smart working, hanno dimostrato di poter essere un importante strumento di cambiamento in grado non solo di migliorare la qualità di vita professionale e personale, ma anche di ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino e di rivitalizzare intere aree periferiche e quartieri considerati dormitorio».

In base alle risposte di un campione di 1.269 lavoratori agili della Pubblica Amministrazione  nelle quattro città prese in esame, che negli spostamenti casa-lavoro usano il mezzo privato a combustione interna, «Ogni giorno di lavoro a distanza permetterebbe di evitare 6 kg di emissioni dirette in atmosfera di CO2 e risparmiare 85 megajoule (MJ) di carburante pro capite». Ma i benefici ambientali non si fermano qui: l’analisi ha evidenziato «Una riduzione anche di ossidi di azoto a persona al giorno (dai 14,8 g di Trento ai 7,9 g di Torino), monossido di carbonio (da 38,9 g di Roma a 18,7 g di Trento) e PM10 (da 1,6 g di Roma a 0,9 g di Torino), PM2,5 (da 1,1 g di Roma e Trento a 0,6 g di Torino)». Inoltre, per gli spostamenti extra-lavorativi nei giorni di smart working il 24,8% del campione dichiara di aver optato per modalità più sostenibili (mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta), l’8,7% ha modificato le proprie scelte in favore del mezzo privato, mentre il 66,5% non ha cambiato le proprie opzioni di mobilità.

La Felici, , ricercatrice ENEA dell’Unità studi, analisi e valutazioni, evidenzia che «Abbiamo scelto queste quattro città per due motivi: il primo riguarda le loro peculiarità legate al territorio e al profilo storico che fanno supporre impatti diversificati sulla mobilità urbana, mentre il secondo – e anche il più pratico – risiede nell’alto numero di risposte al questionario che abbiamo ricevuto dai dipendenti pubblici di queste quattro città che in media lavorano da casa 2 giorni a settimana».

Dai dati raccolti emerge che «In media il campione percorre 35 km al giorno per una durata di 1 ora e 20 minuti. Roma si conferma la città più critica, con un tempo di percorrenza medio di 2 ore, probabilmente a causa delle maggiori distanze (1 lavoratore romano su 5 percorre più di 100 km al giorno) e del traffico più intenso. Infatti, nella capitale gli spostamenti giornalieri per motivi di lavoro e studio sono circa 420 mila mentre ogni persona trascorre nel traffico 82 ore all’anno. Circa la metà del campione dichiara di viaggiare esclusivamente con mezzi di trasporto privati a motore ​​(47% in auto e 2% su due ruote), mentre il 17% viaggia esclusivamente con i mezzi pubblici e il 16% con un mix di trasporto pubblico/privato».

Trento risulta la città con il maggior ricorso a mezzi privati a combustione interna negli spostamenti casa-lavoro (62,9%), seguita da Roma (54,4%), Bologna (44,9%) e Torino (38,2%).

Zini, anche lui dell’Unità studi, analisi e valutazioni di ENEA, conclude: «La mobilità privata offre soluzioni flessibili in termini di risparmio di tempo e autonomia di movimento, soprattutto per chi ha figli in età scolare. Il trasporto pubblico, invece, viene scelto principalmente in un’ottica di risparmio denaro o in caso di mancanza di parcheggi».