Le emissioni nazionali di gas serra continuano ad aumentare

L’Italia arriva impreparata al summit sul clima dell’Onu

Greenpeace Italia «chiede al premier Conte e al suo governo di non limitarsi ad annunci e promesse, ma di agire urgentemente per contrastare l’emergenza climatica»

[23 Settembre 2019]

Tra poche ore inizierà a New York la 74ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si aprirà con il Climate action summit organizzato dal segretario generale dell’Onu António Guterres, con l’obiettivo rafforzare gli impegni in materia di clima e garantire che i leader del mondo presentino piani d’azione concreti per contenere il riscaldamento globale. Un appuntamento al quale l’Italia si presenta però ad armi spuntate, nonostante la volontà dichiarata del nuovo governo di mettere un campo un Green new deal.

Mentre in Germania le forze politiche di maggioranza hanno messo a punto in questi giorni un Klimaschutzprogramm che permetterà di tagliare le emissioni tedesche del 55% al 2030, mettendo in campo 54 miliardi di euro di investimenti al 2023 e strumenti come la carbon tax, il pur timido decreto Clima proposto dal ministero dell’Ambiente italiano è stato subito stoppato per mancanza di coordinamento con gli altri dicasteri e una presunta carenza di fondi a copertura. Nel frattempo, inoltre, le emissioni nazionali di gas serra continuano ad aumentare: l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) informa che «nel secondo trimestre del 2019 la stima tendenziale delle emissioni dei gas serra prevede un incremento rispetto all’anno precedente, pari allo 0,8% a fronte di una diminuzione del Pil pari a -0,1% rispetto all’anno precedente». Il disaccoppiamento tra andamento del Pil ed emissioni di CO2 sta dunque avvenendo al contrario rispetto a quanto necessario.

Per questo occorre una rapida quanto concreta inversione di marcia: «Greenpeace Italia – dichiara il suo direttore esecutivo, Giuseppe Onufrio – chiede al premier Conte e al suo governo di non limitarsi ad annunci e promesse, ma di agire urgentemente per contrastare l’emergenza climatica. Non è più il momento di tergiversare, ma occorre intervenire subito, abbandonando le politiche che ci hanno portato alla situazione attuale, per mettere finalmente in pratica provvedimenti incisivi contro i cambiamenti climatici».

Greenpeace Italia, in particolare, chiede al Governo italiano di rivedere il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) con obiettivi coerenti con l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2040, con un piano energetico basato al 100% su rinnovabili ed efficienza energetica; definire un piano che conduca allo stop dal 2028 della vendita di auto con motore a combustione interna; eliminare l’uso di biocarburanti di prima generazione, come l’olio di palma; promuovere l’abolizione dei sussidi agli allevamenti intensivi e utilizzare questi fondi per sostenere aziende agricole che producono con metodi ecologici; spostare progressivamente i sussidi dati alle fonti fossili verso misure di efficienza e verso la promozione delle rinnovabili.

«Dobbiamo tutti seguire quanto ci dice la scienza – conclude Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International – Le giovani generazioni, in particolare, stanno dimostrando leadership e propongono strade che i politici devono necessariamente seguire. Non c’è più spazio per leader deboli o per gli interessi dell’industria dei combustibili fossili. Se i leader, e le aziende che cercano di influenzarli, a New York non riusciranno a presentare piani concreti, ambiziosi, attuabili e non li porteranno fino in fondo durante le negoziazioni future, allora dovranno rispondere di tutto ciò a chi scende in strada per manifestare e a chi in futuro sarà chiamato al voto».