Arpat: «Ridotte al minimo le conseguenze»

L’export di rifiuti torna a mettere a rischio l’ambiente toscano, camion fuori strada a Fucecchio

Diretto a Ravenna, trasportava 26 tonnellate di rifiuti pericolosi ritirati dalle lavorazioni conciarie e classificati irritanti, cancerogeni, tossici per la riproduzione ed ecotossici

[22 Luglio 2020]

Senza impianti in grado di gestire i rifiuti secondo logica di sostenibilità e di prossimità, il che significa quantomeno all’interno dei propri confini regionali, si espone il territorio a rischi enormemente maggiori rispetto a quelli legati a una corretta gestione degli scarti: lo dimostra in modo eclatante il caso delle ecoballe da cinque anni disperse sui fondali della Toscana, che nel 2015 hanno intrapreso un viaggio via mare con lo scopo di essere bruciate in Bulgaria – dove non sono mai arrivate – ma anche la cronaca di tutti i giorni. Da ultimo un camion con cisterna uscito fuori strada in località Le Vedute a Fucecchio, segnalato da Arpat.

«Intorno alle 10.00 del 20 luglio 2020 – informa oggi l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana – la sala operativa della Protezione civile ha richiesto l’interevento dei tecnici di Arpat per un incidente avvenuto sulla strada provinciale Romana Lucchese in località Le Vedute a Fucecchio, nel quale era coinvolto un camion con cisterna che trasportava rifiuti».

Dalle verifiche è emerso che il mezzo, di «una società di autotrasporti di Fiumicino, proveniva da un impianto di gestione rifiuti di Castelfranco di Sotto ed era diretto a Ravenna per trasportare oltre 26 tonnellate di un rifiuto pericoloso descritto come concentrato di rifiuti liquidi (soluzioni saline) ritirati dalle lavorazioni conciarie e classificato irritante, cancerogeno, tossico per la riproduzione ed ecotossico».

Il problema naturalmente non sta tanto nelle concerie toscane in sé, protagoniste di un settore economico la cui eccellenza toscana è riconosciuta nel mondo, sebbene con processi produttivi sempre migliorabili per essere meno impattanti, ma nel fatto che i rifiuti prodotti debbano essere spediti addirittura fuori regione per essere gestiti.

Questo è un caso singolo, ma senza impianti di prossimità i rischi sono sistemici: dalla “Fabbricazione di articoli in pelle” toscana esitano 200.718 ton/anno di rifiuti speciali, compresi 3.287 ton/anno di rifiuti pericolosi. Allargando il campo d’osservazione, grazie agli ultimi dati Ispra sappiamo la Toscana produce ogni anno 9,3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e 456 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, che non sappiamo come gestire. I rifiuti speciali esportati nel solo 2017 sono oltre 129 mila tonnellate, di cui 49.318 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 80.535 tonnellate di pericolosi: quasi il doppio rispetto alle 77 mila tonnellate esportate nel 2016.

Esponendo ogni volta il territorio a grandi rischi ambientali, oltre che a sistematiche perdite di competitività economica. Stavolta è andata “bene”: dal camion finito fuori strada «non erano visibili sversamenti del contenuto della cisterna», e per evitarli questa «è stata vuotata mediante travaso in altra autocisterna della stessa società di autotrasporti laziale». La prossima volta potrebbe andare peggio.