Entro il 2025 sei lavoratori su dieci dovranno avere competenze verdi o digitali

Lavoro, nei prossimi 4 anni in Italia ci sarà bisogno di almeno 2,2 milioni di nuovi green job

«La domanda di competenze green riguarderà in maniera trasversale tanto le professioni ad elevata specializzazione e tecniche, quanto gli addetti ai servizi e gli operai»

[26 Novembre 2021]

Nei prossimi anni il mercato del lavoro italiano sarà attraversato da una forte domanda di green job: se ad oggi si stima che siano presenti in Italia 3,1 milioni di figure professionali di questo tipo – secondo l’ultimo report GreenItaly, elaborata dalla fondazione Symbola e Unioncamere –, entro il 2025 saranno 2,2 milioni in più.

Il dato è stato presentato ieri sempre da Unioncamere, ed è in linea con un’analoga stima effettuata nelle scorse settimane da Confcooperative, che si spinge fino a +2,4 milioni di posti di lavoro verdi aggiuntivi entro il 2025.

Secondo le previsioni a medio termine (2021-2025) del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, invece, nei prossimi quattro anni il mercato del lavoro avrà bisogno di almeno 2,2 milioni di nuovi lavoratori in grado di gestire soluzioni e sviluppare strategie ecosostenibili (il 63% del fabbisogno al 2025, che include anche il turnover) e di 2 milioni di lavoratori in grado di saper utilizzare il digitale (il 57%).

Già nell’ultima parte del 2021, come emerge dalle informazioni Excelsior sul IV trimestre, le imprese hanno intrapreso la caccia alle competenze per il green e il digitale per dare slancio alla ripresa, e a partire dal 2022 un ulteriore impulso arriverà grazie all’attuazione delle misure previste nel Pnrr.

«Le competenze green sono ritenute strategiche principalmente per i profili legati all’edilizia e alla riqualificazione abitativa (tecnici e ingegneri civili e installatori di impianti), per ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, tecnici e gestori di reti e sistemi telematici e tecnici chimici», spiegano da Unioncamere.

Di conseguenza, in questa fase sono soprattutto i percorsi formativi Stem – in particolare le diverse lauree in ingegneria – quelli che accomunano le ricerche delle imprese per sostenere le due grandi transizioni: «Tra gli indirizzi più specifici per la domanda di competenze green emergono il diploma di tecnico superiore (Its) in tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, il diploma secondario in produzione e manutenzione industriale e la qualifica professionale nell’ambito agricoltura».

Ma allargando il campo d’osservazione, le competenze richieste in ambito verde si fanno più ampie: «Le previsioni a medio termine mostrano – aggiungono da Unioncamere – che la domanda di competenze green riguarderà in maniera trasversale tanto le professioni ad elevata specializzazione e tecniche, che gli impiegati come gli addetti ai servizi commerciali e turistici, gli addetti ai servizi alle persone come gli operai e gli artigiani. La spinta verso la transizione verde farà emergere, inoltre, la necessità di specifiche professioni green in alcuni settori come il progettista in edilizia sostenibile, lo specialista in domotica, i tecnici e gli operai specializzati nell’efficientamento energetico nelle costruzioni; il certificatore di prodotti biologici nell’agroalimentare; il progettista meccanico per la mobilità elettrica».

Questo fenomeno sempre più pervasivo in tutti i settori dell’economia, e non interesserà solo nuovi green job ma anche occupazioni esistenti.

«Per esempio – concludono da Unioncamere – anche per i cuochi saranno sempre più importanti le competenze legate alla ecosostenibilità richieste dai consumatori e vantaggiose per le imprese, come l’attenzione alla riduzione degli sprechi, all’uso efficiente delle risorse alimentari e all’impiego di produzioni di qualità e legate al territorio (a chilometro zero)».