La ricostruzione economica post-Covid passa da edifici più efficienti e zero consumo di suolo

Il presidente Rossi è intervenuto al Comitato europeo delle regioni per sostenere una "Renovation wave" che permetta un’ondata di ristrutturazioni nel settore edilizio

[10 Settembre 2020]

È all’interno degli edifici che si realizza il 40% del consumo di energia in Europa, e sempre gli edifici sono “responsabili” del 36% di tutte le emissioni di gas serra a livello continentale: molti avrebbero necessità e possibilità di essere efficientati, eppure il tasso di ristrutturazione oggi è inchiodato a un misero 1%. Un andamento che non garantisce il raggiungimento dell’obiettivo che si è posta l’Ue, ovvero di giungere entro il 2050 alla neutralità climatica. Per questo il presidente della Regione Toscana, intervenendo ieri al Comitato europeo delle regioni, ha posto l’accento sulla necessità di una “Renovation wave” che permetta un’ondata di ristrutturazioni nel settore edilizio.

Secondo il presidente Rossi occorre una vera e propria rivoluzione urbanistica, che punti sulla rigenerazione urbana e sul “consumo zero” di suolo. A tal fine ha proposto di adottare alcune delle misure assunte dalla Regione Toscana, come ad esempio i contributi a progetti integrati per la piantumazione di alberi (in Toscana 5 milioni di euro riservati a 63 Comuni che registrano criticità nella qualità dell’aria) e una politica urbanistica a volumi zero.

Sul fronte economico, di fronte ad un’industria europea delle costruzioni che conta 18 milioni di posti di lavoro e contribuisce al 9% del Pil, investimenti per 300 miliardi di euro sarebbero in grado di generare altri 4 milioni di posti di lavoro e rilanciare un settore particolarmente colpito dalla crisi.

Ma il Renovation wave può anche accrescere la solidarietà e combattere la povertà se si aumentano gli investimenti nell’edilizia popolare, negli ospedali, nelle case di riposo, negli asili e nelle scuole. L’abitare, se trascurato, può invece generare forme di emarginazione. È per questo che la ricostruzione diventa un veicolo fondamentale per favorire l’inclusione sociale, oltre che per rendere i territori più sicuri finanziando al contempo interventi di prevenzione e difesa del suolo.

Rossi si è detto soddisfatto per i quasi 380 miliardi dei fondi di coesione destinati alla Regioni per il periodo 2021-27 e per il Next generation che è dotato di 750 miliardi per gli investimenti pubblici nel settore, ma ha posto all’Ue l’esigenza di chiedere agli Stati membri un pieno coinvolgimento delle Regioni nella redazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza.