La Germania punta a moltiplicare per 10 la geotermia, mentre l’Italia resta a guardare
Fri-El Geo: «Siamo frenati da un contesto normativo che non prevede sistemi di incentivazione adeguati né tutele per gli investitori»
[7 Settembre 2023]
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita nei giorni scorsi ad un innovativo progetto di sviluppo geotermico in corso in Baviera, ha spiegato che la Germania punta forte sull’energia rinnovabile presente nel sottosuolo.
Il Governo federale punta a impiegare «più geotermia possibile» entro il 2030, a partire dal moltiplicare per dieci quella impiegata come fonte di riscaldamento: «Un approvvigionamento sicuro e soprattutto conveniente di energie rinnovabili è un vantaggio non solo per i nostri cittadini, ma anche per la nostra economia», sottolinea nel merito Scholz (nella foto, ndr).
E la geotermia sotto questo profilo è un’opzione particolarmente convincente, essendo la fonte rinnovabile più produttiva e indipendente dalle condizioni meteo che vincolano ad esempio eolico e solare.
L’Italia avrebbe le carte in regola per fare scuola in campo geotermico: le tecnologie di settore sono nate per la prima volta oltre due secoli fa in Toscana, dove si è sviluppato un know-how ancora oggi unico al mondo, ma l’ultima centrale geotermoelettrica entrata in esercizio risale ormai a 9 anni fa, mentre l’Ue punta a triplicare la potenza installata entro il 2030.
Le potenzialità per lo sviluppo della geotermia sono ancora enormi. Le conoscenze scientifiche accumulate su questo fronte indicano già che le risorse geotermiche teoricamente accessibili entro i 5 km di profondità sarebbero sufficienti a soddisfare il quintuplo dell’intero fabbisogno energetico nazionale.
La geotermia è una fonte rinnovabile da sempre presente nel sottosuolo italiano, e in particolare lungo tutta l’area peritirrenica, dove corpi magmatici relativamente poco profondi (4-6 km) rappresentano una preziosa sorgente di energia cui attingere per produrre elettricità e calore.
Ma anche aree meno pregiate sotto il profilo dell’entalpia, come la Pianura Padana, nascondono un tesoro geotermico nel sottosuolo; tant’è che la Fri-El Geo, impresa altoatesina impegnata nella realizzazione di impianti geotermici, ha identificato oltre 100 possibili siti d’installazione nell’area per impianti a media entalpia.
«L’Italia ha una dipendenza energetica dall’estero elevatissima, con un sottosuolo tra i migliori al mondo per la geotermia,e non può permettersi di restare a guardare – dichiara Andrea Ferrara, chief of development officer dell’azienda – In due anni sarebbe possibile avviare un impianto geotermico a media entalpia, in grado di produrre abbastanza energia termica da riscaldare, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, circa 120.000 abitazioni e che potrebbe far risparmiare 40.000 tonnellate di CO2/anno, ma ad oggi siamo frenati da un contesto normativo che, a differenza di altre fonti rinnovabili, non prevede sistemi di incentivazione adeguati né tutele per gli investitori».
Secondo Ferrara, «grazie all’attenzione del Governo Meloni questa fonte energetica dimenticata è stata finalmente riportata al centro del dibattito. Ora, però, serve una svolta normativa che tuteli il rischio degli investitori: un decreto Fer che renda competitivo l’utilizzo della geotermia, tariffe incentivanti per chi produce energia termica per il teleriscaldamento con energie rinnovabili e un percorso legislativo condiviso con gli operatori».
Di fatto, però, questi sono punti sui quali da molti mesi anche il Governo Meloni ha preso impegni senza poi mantenerli. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto dava in finalizzazione il decreto Fer 2 nel dicembre scorso, ma ad oggi ancora non si vede, mentre il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) prevede di installare da qui al 2030 appena 183 MW di nuova capacità geotermica.
Anche le uniche centrali geotermoelettriche ad oggi attive in Italia e concentrate in Toscana, dove producono tanta energia elettrica da equiparare circa il 30% della domanda regionale, rischiano la prosecuzione dell’attività: le concessioni minerarie che le sottendono sono state prorogate di un solo anno, dal 2024 alla fine del 2025, grazie ad un emendamento dei Fratelli d’Italia bocciato dai sindaci locali come dai sindacati.
Eppure il soggetto industriale che attualmente le gestisce, Enel green power, da mesi ormai ha proposto un sostanzioso piano d’investimenti per la geotermia toscana (3 mld di euro in caso di proroga di 15 anni) che aspetta solo un chiarimento politico per poter iniziare a marciare.