La geotermia nella Strategia nazionale di decarbonizzazione al 2050

Per una produzione di energia elettrica al 100% da rinnovabili occorre anche «la crescita di quelle oggi relativamente sfruttate poco (geotermico)»

[5 Marzo 2021]

Sebbene resti ancora da riscrivere il Piano nazionale energia e clima (Pniec) al 2030 per adeguarlo ai nuovi e più ambizioni obiettivi europei in termini di decarbonizzazione, l’Italia nei giorni scorsi ha inviato a Bruxelles la Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, con orizzonte 2050. Un contesto dove anche la geotermia è chiamata a fare la sua parte.

Il target della Strategia, come spiegato dall’ormai ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, è quello di contribuire a «mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5/2 gradi» fissato dall’Accordo sul clima di Parigi che anche l’Italia ha sottoscritto.

La Strategia nazionale di lungo termine individua i possibili percorsi per raggiungere, nel nostro Paese, al 2050, una condizione di “neutralità climatica”, nella quale le residue emissioni di gas a effetto serra sono compensate dagli assorbimenti di CO2, arrivando così a un bilancio netto zero. Ad oggi l’unica vasta in Europa ad aver raggiunto l’obiettivo (già dal 2011) è quella della Provincia di Siena, anche grazie all’apporto della geotermia da cui arriva il 92% dell’elettricità prodotta localmente.

Nella Strategia italiana vengono quindi individuate le tipologie di leve attivabili per raggiungere al 2050 la neutralità climatica: una riduzione spinta della domanda di energia, legata in particolare ad un calo dei consumi per la mobilità privata e dei consumi del settore civile; un cambio radicale nel mix energetico a favore delle rinnovabili (Fer), coniugato ad una profonda elettrificazione degli usi finali e alla produzione di idrogeno; un aumento degli assorbimenti garantiti dalle superfici forestali (compresi i suoli forestali) ottenuti attraverso la gestione sostenibile, il ripristino delle superfici degradate e interventi di rimboschimento.

Come spiegano dal ministero dell’Ambiente «l’intervento, incisivo, su queste tre leve si renderà necessario perché il mero “trascinamento” delle tendenze attuali, per quanto virtuoso, sarebbe insufficiente a centrare il target fissato per il 2050. Per chiudere il gap emissivo e arrivare alla neutralità climatica saranno necessarie scelte politiche a elevato impatto sociale ed economico».

Guardando più nel dettaglio al contributo della geotermia, ad oggi si parte da un sottoimpiego delle potenzialità presenti sul territorio nazionale dato che da questa fonte arriva solo il 5% di tutta l’elettricità prodotta da rinnovabili in Italia (sebbene in Toscana riesca da sola a soddisfare circa il 30% della domanda).

«Un cardine dello Scenario di decarbonizzazione – si legge nella Strategia nazionale – è il forte incremento del fabbisogno di elettricità fino a circa 650 TWh, più del doppio rispetto ai livelli attuali. Questo vero e proprio “shock elettrico” si accompagna ad una rivoluzione sia in termini di “generazione” che in termini di “impiego”. Dal primo punto di vista, l’obiettivo di fondo è che il settore energetico arrivi ad azzerare le sue emissioni, se non a portarle addirittura in territorio negativo. Questo implica che la generazione elettrica sia assicurata tra il 95% e il 100% da fonti rinnovabili, a seconda che si conservi o meno un residuo di gas naturale (comunque integrato da sistemi di cattura e stoccaggio della CO2). Basandosi sulle ipotesi tecnicamente percorribili con le conoscenze attuali, ne esce un quadro dominato dalla produzione eolica e soprattutto solare, cui si somma il mantenimento delle fonti tradizionali (idroelettrico) e la crescita di quelle oggi relativamente sfruttate poco (geotermico) o per nulla (maree e moto ondoso)».

Dunque oltre a «obiettivi di incremento sostanziale dell’efficienza dei dispositivi di conversione delle fonti primarie rinnovabili in elettricità, linee di azione dovrebbero essere la massimizzazione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili disponibili a mare e la valorizzazione dell’energia geotermica», si sottolinea nel documento inviato in Ue.