Il 10% più ricco emette tanti gas serra quanto la metà più povera del continente

La disuguaglianza pesa sul clima, anche in Europa

Oxfam: «Mentre le fasce più povere della popolazione europea negli ultimi decenni si sono impegnate nel ridurre il proprio impatto inquinante, i più ricchi si sono fatti un giro gratis»

[9 Dicembre 2020]

La crisi climatica rappresenta un fenomeno globale, ma è tutt’altro che una livella: è un fattore di esacerbazione della disuguaglianza, piuttosto. I maggiori responsabili delle emissioni di gas serra infatti sono i più ricchi, mentre a pagarne le maggiori conseguenze sono i più poveri. Succede ovunque nel mondo e anche nella nostra Europa, come mostra l’ultimo report che Oxfam ha condotto in tandem con lo con l’Istituto per l’ambiente di Stoccolma, Confronting climate inequality in the European union, che fotografa il livello delle emissioni per diversi livello di reddito tra il 1990 e il 2015. Un periodo durante cui le emissioni complessive nell’Unione europea si sono ridotte del 12%, ma con contributi assai diversi da parte della popolazione.

Da queste stime emerge che il 10% più ricco dei cittadini europei (ovvero quelli con un reddito superiore a 41.000 euro all’anno) è responsabile da solo di oltre un quarto (il 27%) delle emissioni totali; il 40% degli europei con un reddito medio è responsabile del 46% delle emissioni, mentre l’1% più ricco (chi supera gli 89mila euro/anno) di ben il 7%.

Non solo: la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera a livello europeo ad oggi è operata solo dai cittadini che hanno un reddito medio o basso, al contrario le emissioni di cui è responsabile il 10% più ricco della popolazione europea sono aumentate dal 1990. Un’elite che inquina quanto tutta la metà più povera del continente messa assieme

La metà più povera degli europei (chi ha un reddito fino a 19.999 euro all’anno) ha infatti ridotto le proprie emissioni di quasi un quarto (il 24%), mentre i cittadini a reddito medio del 13%. Al contrario, il 10% più ricco degli europei ha aumentato le proprie emissioni del 3% e l’1% più ricco ha visto un aumento del 5%.

«Mentre le fasce più povere della popolazione europea negli ultimi decenni si sono impegnate nel ridurre il proprio impatto inquinante, i più ricchi si sono fatti un giro gratis – commenta Elisa Bacciotti, responsabile delle campagne di Oxfam Italia – Adesso però è cruciale che ciascuno faccia la sua parte perché responsabilità tanto disuguali rischiano di non far centrare gli obiettivi di riduzione che si è data l’Unione europea».

Basti pensare che il 10% più ricco dei cittadini in Germania, Italia, Francia e Spagna (circa 25,8 milioni di persone) è collettivamente responsabile della stessa quantità di emissioni prodotta dall’intera popolazione di 16 stati membri (circa 84,8 milioni di persone). Allo stesso tempo in un paese relativamente meno ricco come la Polonia, per esempio, una crescente disuguaglianza e l’uso dei combustibili fossili implicano che il 10% dei cittadini più abbienti emetta più CO2 in atmosfera di quanto non faccia l’intera popolazione di paesi come Svezia (circa 9,8 milioni di persone) o Ungheria (circa 9,9 milioni di persone).

È importante sottolineare, dunque, che le disuguaglianze non esistono solo tra Stati europei più o meno poveri, ma sono molto marcate anche all’interno dei singoli Paesi. In Italia ad esempio il patrimonio del 5% più ricco degli italiani supera quello dell’80% più povero, mentre – guardando al reddito – oggi oltre il 70% della popolazione italiana è più povera oggi di 30 anni fa.

«Il Green deal dell’Ue potrebbe prevedere misure per ridurre le emissioni dei paesi più ricchi e al contempo supportare i paesi a più basso reddito – aggiunge Bacciotti – I governi devono cogliere l’opportunità di ridisegnare le nostre economie e costruire un futuro possibile e migliore».

Secondo le stime contenute nel rapporto, per contribuire a mantenere l’aumento del riscaldamento globale entro di 1,5 ° C, l’impronta di carbonio del 10% più ricco degli europei dovrà ridursi di dieci volte rispetto ai livelli attuali entro il 2030, mentre quella dell’1% più ricco di ben 30 volte. Al contrario, l’impronta del 50% più povero dovrà “solo” dimezzarsi. Ecco dunque perché Oxfam chiede all’Ue di usare il pacchetto legislativo European green deal per contrastare la disuguaglianza, tagliare le emissioni e favorire una ripresa economica dal Covid-19. Un passaggio fondamentale ci sarà già a partire da domani, quando il Consiglio europeo discuterà una proposta di riduzione delle emissioni Ue del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.