Lo studio di Motus-e, Cesi, Polimi e Rse

La crescita delle auto elettriche farà bene anche alla rete italiana

«Nel 2030 i veicoli a batteria potranno contribuire a ridurre fino al 40% (800 milioni di euro l’anno) i costi legati al dispacciamento»

[28 Aprile 2023]

Quale sarà l’impatto dei veicoli elettrici, in crescita nonostante i venti contrari che soffiano dal Governo Meloni, sulla rete elettrica italiana?

Per rispondere, Motus-e – ovvero l’associazione che rappresenta gli stakeholder della mobilità elettrica – insieme a Cesi, Politecnico di Milano ed Rse hanno pubblicato il report Integrazione tra veicoli e reti elettriche: sfide e opportunità al 2030.

Si tratta di uno studio che mira a quantificare le opportunità derivanti dal vehicle-grid integration (Vgi) in Italia al 2030, analizzando la capacità dei veicoli di fornire flessibilità al sistema elettrico.

I principali risultati mostrano che tra sette anni i veicoli a batteria «potranno contribuire, nella fase di dispacciamento elettrico, a tagliare del 45% la over-generation di fonti rinnovabili, che andrebbero altrimenti sprecate, ridurre fino al 40% (800 milioni di euro l’anno) i costi legati al dispacciamento stesso e diminuire del 41% le emissioni di CO2 e altri gas inquinanti per effetto della minore produzione fossile (-1,5 TWh/anno). Il tutto, a fronte di un incremento della domanda di elettricità di appena il 3%».

In altre parole, l’integrazione veicolo-rete sarà utile a garantire un’ottimizzazione delle reti elettriche stesse. Per raggiungere quest’obiettivo, nel report vengono inoltre avanzate alcune proposte per migliorare e completare l’integrazione.

Tra le più significative quella di «rendere flessibile la potenza massima prelevabile al punto di connessione, aumentandola nei periodi di basso carico senza maggiori oneri per l’utenza. Sfruttando un momento in cui la rete è scarica, la manovra non comporterebbe infatti maggiori costi per il sistema».