Nel mentre il Piemonte è alla «anticamera della desertificazione»

La cabina di regia contro la siccità va al ministro Salvini, negazionista della crisi climatica

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto ieri, ma la prima riunione ci sarà entro un mese

[7 Aprile 2023]

Il 27esimo Consiglio dei ministri dell’era Meloni si è riunito ieri per approvare, tra le altre cose, il decreto legge Disposizioni urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche.

Tale decreto mira a introdurre «specifiche misure volte ad aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e a ridurre dispersioni di risorse idriche», due fronti su cui c’è molto da lavorare: nell’ultimo anno l’Italia si è allontanata ulteriormente dalla strada per la decarbonizzazione, e al contempo i vetusti acquedotti italiani – il 60% è in funzione da più di 30 anni – che perdono oltre il 40% della risorsa idrica che trasportano (anche a causa di scarsi investimenti nel servizio idrico, pari a 56€ annui procapite contro una media Ue di 82€).

Nello specifico, il decreto prevede un regime semplificato per le procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche che rinvia al modello Pnrr; l’aumento dei volumi utili degli invasi; la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito; il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo; l’introduzione di notevoli semplificazioni nella realizzazione degli impianti di desalinizzazione.

Tutte misure che, afferma il Governo, troveranno «immediata attuazione» anche grazie al sistema di governance delineato, che prevede l’istituzione di una cabina di regia e la nomina di un Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica.

La cabina di regia dovrà effettuare, entro 30 giorni, una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione, compresi quelli che potranno essere realizzati dal Commissario. Tale figura sarà infatti chiamata a mettere in campo, in via d’urgenza, gli interventi indicati dalla Cabina di regia; resterà in carica almeno fino al termine dell’anno, con possibilità di proroga fino al 31 dicembre 2024.

Ad oggi non è però noto chi ricoprirà il ruolo di Commissario, né l’ammontare di risorse economiche disponibili per affrontare la siccità, mentre il ministero delle Infrastrutture si è affrettato ad aggiungere che la Cabina di regia – con la prima riunione prevista entro un mese – sarà incardinata presso la presidenza del Consiglio dei ministri ma presieduta, per delega, dal ministro Salvini.

Ovvero il leader politico della Lega, che nel corso del tempo si è distinto per numerose posizioni negazioniste nei confronti della crisi climatica in corso: Salvini nel 2016, da eurodeputato, votò contro la ratifica dell’Accordo di Parigi sul clima – la roadmap globale contro la crisi climatica – per poi continuare a deridere il tema negli anni successivi (ad esempio quiqui e qui).

Nel mentre la siccità continua ad avanzare nel Paese reale. I dati raccolti dall’ultimo Osservatorio Anbi sulle risorse idriche mostrano, ad esempio, che «sembra senza fine la crisi idrica del Piemonte, la cui condizione è destinata ad aggravarsi per la mancata sommersione di oltre 8.000 ettari di risaie, che svolgevano una straordinaria funzione ambientale, contribuendo a rimpinguare le falde e ad irrorare i territori. È incredibile e preoccupante che ampie zone della regione siano toccate da una siccità definita estrema, cioè l’anticamera della desertificazione».

Anche in Lombardia le riserve idriche scarseggiano sempre più (la neve presente al suolo è il 66% in meno di quanta ve ne dovrebbe essere ed è inferiore del 13% al minimo storico), mentre è sostanzialmente stabile la condizione dei grandi bacini naturali del Nord: il lago di Garda resta vicino al minimo storico con una percentuale di riempimento del 37,9% quando l’anno scorso era superiore all’80%. Nel mentre il dramma del fiume  Po è evidente lungo tutta l’asta: ovunque la portata decresce vistosamente ed è inferiore ai minimi storici e addirittura al siccitosissimo 2022, coi  deficit di portata che aumentano giorno dopo giorno.