Monni: «Il trend è davvero apprezzabile, ma non è abbastanza»

In Toscana la raccolta differenziata è cresciuta del 4% nell’ultimo anno

Giani: «Studieremo adesso da un punto di vista legislativo come introdurre un meccanismo premiale per i comuni più virtuosi»

[4 Dicembre 2020]

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assessore all’Ambiente Monia Monni hanno presentato oggi ufficialmente i sulle raccolte differenziate in Toscana riferiti al 2019, già certificati dall’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) nelle scorse settimane.

Nel 2019 i cittadini toscani hanno prodotto 2,28 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (nel 2018 erano 2,29): 1,37 milioni di tonnellate sono state differenziate, 908mila tonnellate rappresentano invece la frazione indifferenziata. La percentuale di raccolta differenziata è dunque salita al 60,15% rispetto al 56,14% conseguito l’anno precedente, con una crescita pari al 4% nell’arco dei dodici mesi.

«L’incremento di 4 punti percentuali rispetto al 2018 è un risultato fortemente positivo – commenta Giani – che testimonia il salto culturale, fatto in modo particolare grazie ai comportamenti delle giovani generazioni, quelle che poi condizionano maggiormente le famiglie. Indice di una maggiore maturità della popolazione toscana verso la creazione di forme di economia circolare. Un grazie particolare va a Monia Monni per l’impegno in questo periodo, per l’opera di sensibilizzazione nei confronti di sindaci e associazioni».

Secondo l’assessore il dato «più importante» è che «tutti e tre gli Ato hanno visto un incremento. Sono dati che parlano chiaro: il trend è davvero apprezzabile. Ma non è abbastanza. Quando si parla di rifiuti, in particolare di raccolta differenziata, è importante far sempre meglio, anno dopo anno».

Anche quella che «era considerata l’area più debole sotto questo profilo – aggiunge Giani – ovvero l’Ato Toscana sud, ha fatto registrare un incremento importante proprio a dimostrare che la cultura della raccolta differenziata sta cambiando. Studieremo adesso da un punto di vista legislativo come introdurre un meccanismo premiale per i comuni più virtuosi. Sia dal punto di vista economico che di supporto. Puntiamo fortemente sulla differenziata perché sarà la condizione per evitare quella corsa alla costruzione di nuovi impianti, un virtuoso processo di economia circolare che potrà accompagnare sia raccolta che smaltimento».

Al proposito è utile ricordare che, di per sé, la raccolta differenziata non è un fine ma solo uno strumento – se in quantità e qualità adeguate – a servizio del riciclo: questo significa che a valle dello sforzo fatto dai cittadini è necessaria una filiera industriale sul territorio, fatta di impianti di selezione e avvio a riciclo, di recupero energetico per le frazioni non riciclabili, e di smaltimento per quelle dalle quali non è possibile recuperare neanche energia (ma che necessitano comunque di essere gestite in sicurezza per non danneggiare l’ambiente).

Anche dalla migliore delle economie circolari, come da ogni filiera industriale, continueranno a esitare nuovi scarti: basti pensare che le operazioni di risanamento e trattamento rifiuti rappresentano la seconda voce di produzione di rifiuti speciali, come testimonia l’Ispra. Per questo è necessario affrontare il problema da un punto di vista molto ampio.

«In questa legislatura punteremo a realizzare un piano di economia circolare – sottolinea nel merito Monni – che conterrà indicazioni e obiettivi ambiziosi per quanto riguarda la raccolta differenziata, ma che avrà come elemento centrale il riciclo». Il riferimento implicito è al Piano regionale rifiuti e bonifiche (Prb), per il quale sarà necessario attendere almeno un anno.