In Francia sinistra e Verdi insieme, verso la Nouvelle Union Populaire écologique et sociale e le sesta Repubblica

Salario minimo a 1400 euro, in pensione a 60 anni e un’Europa più sociale, giusta ed ecologica

[4 Maggio 2022]

Jean-Luc Mélenchon  lo aveva promesso subito dopo il primo turno delle presidenziali francesi, dove era arrivato terzo a un soffio dalla destra di Marine Le Pen, mancando il ballottaggio con Emmanuel Macron a causa della frammentazione del fronte di sinistra ed ecologista: dopo il secondo turno nel quale la sinistra deve impedire la vittoria del neofascismo, cercheremo di rimettere insieme la sinistra dispersa per vincere le elezioni ed avere un premier di sinistra in coabitazione con il liberista Mocron.  E a quanto pare, forte ormai di un’egemonia indubbia a sinistra, ha mantenuto la promessa: il 2 maggio, dopo una settimana di incontri e discussioni, il suo Partito, France insoumise, ha concluso un accordo anche con  Europe Ecology les Verts (EELV) per presentare una lista unitaria di sinistra ed ecologista alle prossime elezioni legislative francesi che dovrebbe chiamarsi “Nouvelle Union Populaire écologique et sociale”. Il giorno dopo France insoumise ha firmato lo stesso accordo con il Parti communiste français (PCF), il più grande deio piccoli partiti di estrema sinistra e che comunque ha preso più voti dell’ormai quasi estinto Parti Socialiste, che solo 5 anni fa aveva il presidente della Repubblica ed egemonizzava la sinistra francese.

La strada per la formazione della Nouvelle Union Populaire écologique et sociale era stata aperta il 28 aprile dal patto sottoscritto da Mélenchon con Génération.s, una piccola formazione che fa parte del Pôle Ecologiste egemonizzato dai Verdi francesi di EELV.

Il programma del patto politico stretto tra sinistra e verdi è chiaro e si basa su 4 soli punti, Eccoli:

1 Vogliamo eleggere deputati nella maggioranza dei collegi elettorali, per impedire a Emmanuel Macron di continuare la sua politica ingiusta e brutale e sconfiggere l’estrema destra. Il 12 e 19 giugno, con il loro voto, proponiamo agli uomini e alle donne francesi di metere in atto organizzare un grande raduno basato sulla dinamica della campagna presidenziale dell’Union populaire, aprendo la strada alla maggioranza all’Assemblée nationale. In questa prospettiva, il Primo Ministro proverrebbe dal gruppo più numeroso dell’Assemblée, ovvero Jean-Luc Mélenchon.

2  Per farlo, desideriamo federare, sulla base di un programma ambizioso, tutte le forze che lo condividono, nel rispetto della loro pluralità e della loro autonomia. Per chiarezza, desideriamo farlo attorno ad un motto comune “Nouvelle union populaire écologique et sociale”; per far vivere la pluralità, costruiremo un parlamento elettorale che riunisca forze politiche e personalità del mondo sindacale, associativo, culturale e intellettuale. La maggioranza pluralista che vogliamo costituire si doterà di un intergruppo per completare e proseguire dopo le elezioni questo lavoro comune.

3 Condividiamo obiettivi programmatici comuni che formeranno la base di un programma di governo condiviso di diverse centinaia di proposte.

Tra queste proposte difenderemo in particolare l’aumento del salario minimo a 1.400 euro, il ritorno alla pensione a 60 anni per tutti, la garanzia di autonomia per i giovani, il blocco dei prezzi dei beni di prima necessità e l’eradicazione della povertà.

Noi difendiamo insieme l’attuazione di una vera pianificazione ecologica applicando una regola verde (o una règle d’or climatique) per rispondere all’emergenza climatica e ambientale.

Siamo favorevoli all’istituzione di una Sesta Repubblica per porre fine al presidenzialismo e introdurre nuovi diritti, in particolare il référendum d’initiative citoyenne.

In Europa vogliamo porre fine al percorso neoliberista e produttivista dell’Unione Europea per un nuovo progetto al servizio dell’edilizia ecologica e sociale. Paese fondatore dell’Unione Europea, la Francia non può avere come politica né l’uscita dall’Unione, né la sua disintegrazione, né la fine della moneta unica. Ma se alcune regole europee sono un punto di appoggio (tutela dei consumatori, norme ambientali, ecc.), molte altre sono in décalage o addirittura contraddicono gli imperativi dell’urgenza ecologica e sociale. Ad esempio, è impossibile nazionalizzare EDF nel quadro delle regole di concorrenza, investire per rispettare i nostri impegni sul clima a causa delle regole di bilancio. Per poter applicare il nostro programma e rispettare così il mandato che gli uomini e le donne francesi ci hanno dato, dovremo superare questi blocchi ed essere pronti a disobbedire ad alcune regole europee (in particolare economiche e di bilancio come il patto di stabilità e crescita, diritto della concorrenza, orientamenti produttivisti e neoliberisti della Politica Agricola Comune, ecc.). Questo può essere fatto solo nel rispetto dello Stato di diritto (come definito negli articoli 2 e 7 del trattato sull’Unione europea). Ci opporremo fermamente agli attacchi alle libertà fondamentali da parte dei governi di estrema destra ungherese e polacco.

Non saremo né i primi né gli ultimi a farlo, in Francia o in Europa (Spagna sui prezzi dell’energia, Germania sulla concorrenza tra le compagnie di acqua potabile, Portogallo sul piano economico e di bilancio ecc.).

Infine, in un contesto internazionale di tensioni e guerre nel continente europeo, continuiamo a lavorare sulle nostre convergenze per trovare modi e mezzi per ristabilire la pace, preservare l’integrità territoriale di tutti i Paesi, avviare una cooperazione anti-globalizzazione per agire per un mondo che rispetta i diritti umani, la democrazia e combatte il cambiamento climatico.

4 Affinché questo accordo sia efficace e soddisfi le immense aspettative dei nostri concittadini, ci stiamo dando tutti i mezzi per garantire il successo delle discussioni avviate con le altre forze. Completando questo allargamento il prima possibile, potremmo organizzare un evento di lancio congiunto sabato 7 maggio. 28 aprile 2022