Il Wwf segna la rotta per le elezioni: le indicazioni ai partiti per la prossima legislatura

Tra le priorità indicate dagli ambientalisti una legge sul clima, sul consumo di suolo, e il codice della natura

[12 Settembre 2022]

«In pratica sono stati persi 5 anni». È questo il sintetico quanto caustico giudizio di Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia, in merito alla sostenibilità dello sviluppo espressa dalla legislatura iniziata nel 2018 e ormai prossima alla conclusione anticipata.

«Sicuramente vi sono stati importanti elementi di novità, a partire dalla riforma che ha introdotto esplicitamente la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi nella Costituzione – prosegue Di Tizio addolcendo la pillola – ma se guardiamo gli indicatori ambientali, nei cinque anni trascorsi la situazione non è certo migliorata».

Per contribuire ad evitare l’ennesimo bis, il Wwf ha presentato oggi le sue proposte ai partiti in piena corsa elettorale, sintetizzate nel documento Elezioni politiche 2022: il tempo delle scelte sostenibili.

Per gli ambientalisti del Panda è tempo di fare quanto i precedenti Parlamenti e Governi non hanno fatto: assumere il parametro ambientale come baricentrico rispetto all’azione politico-amministrativa. Non possiamo più permetterci l’errore di separare la questione ambientale da quella economica, considerando la prima solo in funzione di un eventuale vantaggio economico.

È avvertita con forza la necessità di stabilire procedure certe che garantiscano l’applicazione del principio secondo cui i piani e i programmi che vengono posti in essere non devono arrecare danni significativi all’ambiente. Qualche esempio? Tale principio che dovrebbe essere già applicato per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il cui bilancio ambientale, però, al di là delle rendicontazioni presentate, è ancora da farsi.

«Ora è importante che i partiti e le coalizioni di questa competizione elettorale si rendano conto che non possiamo permetterci di sprecare anche la prossima legislatura – pungola Di Tizio – Per raggiungere gli obiettivi posti al 2030 dall’Unione Europea al fine di contrastare il cambiamento climatico (ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55%) e la perdita di biodiversità (proteggere il 30% di superficie a terra e a mare) è necessario agire concretamente in questa legislatura attraverso una serie di leggi, piani e programmi non più rinviabili. Non ha senso ipotizzare una ‘transizione ecologica più lenta’ perché non consentirebbe di raggiungere gli obiettivi fissati e sarebbe perciò inutile».

In quest’ottica, l’obiettivo europeo di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 sarà per il nuovo Parlamento e il nuovo Governo il primo banco di prova su cui applicare il principio dell’interesse delle generazioni future alla tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi, sancito dalla riforma dell’art. 9 della Costituzione.

«Come fatto da 21 Paesi europei (più recentemente da Spagna e Grecia), l’Italia – argomenta nel merito il Wwf nel suo documento politico – deve approvare al più presto una legge sul clima che fissi le azioni da compiere per raggiungere gli obiettivi a medio e lungo termine. Prevedendo la neutralità climatica entro il 2050 nella legislazione si faciliterebbe la programmazione economica, si attirerebbero investimenti green, si aumenterebbero responsabilizzazione delle imprese e partecipazione dei cittadini. E attraverso una Legge sul clima si potrebbe finalmente intervenire per eliminare il sistema dei sussidi ambientalmente dannosi», stimati dallo stesso Governo in 21,6 mld di euro l’anno, 13 dei quali rivolti ai combustibili fossili.

Ma delle nuove leggi a fare da bussola e riorganizzare la normativa esistente in materia occorrono in almeno altri due macro-comparti: tutela del suolo e tutela della biodiversità.

«Attualmente in Italia la legislazione per la tutela della natura è frammentata e carente: basti pensare che la tutela della fauna è garantita da una legge che è sostanzialmente destinata alla regolamentazione della gestione venatoria. È tempo che il nostro Paese si doti di un Codice della natura che riunisca, sistematizzi, semplifichi e innovi la legislazione sulla tutela della biodiversità», afferma il Wwf.

Al contempo, Governo e Parlamento discutono di una legge sul consumo del suolo dal 2012, ma da un decennio non se ne fa mai niente: «In Italia ogni secondo vengono cementificati 2 metri quadrati di suolo. 21.500 km quadrati di suolo italiano sono cementificati. La cementificazione contribuisce a rendere il nostro Paese meno sicuro perché l’impermeabilizzazione del suolo aumenta il rischio di disastri: dal 2000 al 2019 il dissesto idrogeologico ha causato 438 morti in Italia. La legge sul consumo del suolo dovrà muoversi in una logica di “bilancio zero del consumo del suolo” stimolando il recupero delle aree già occupate e degradate», concludono dal Wwf.