Il turismo in bicicletta continua a crescere, in Italia vale 4 miliardi di euro l’anno

Legambiente: «Lavorare meglio sulla crescita culturale, sul consolidamento dell’offerta di servizi specifici e l'integrazione di nuove ciclovie nei sistemi di offerta locali del turismo»

[31 Marzo 2023]

Al Forum del cicloturismo, all’interno dell’omonima fiera in corso a Bologna, si è fatto oggi il punto sui turisti in bicicletta che attraversano il Bel Paese: nel 2022 sono valsi al turismo nazionale oltre 33 mln di presenze, con un impatto economico superiore ai 4 miliardi di euro.

La stima arriva dal rapporto Viaggiare con la bici 2023, realizzato da Isnart per l’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di Commercio, promosso con Legambiente.

Nel dettaglio, si stima che in Italia nel 2022 i soli cicloturisti cosiddetti “puri”, ossia i turisti italiani e stranieri che scelgono l’Italia appositamente per una vacanza in bicicletta, abbiano rappresentato oltre 9 milioni di presenze turistiche, più del doppio del 2019 (4,4 milioni di presenze), un numero capace di generare un impatto economico stimato in oltre 1 miliardo di euro.

Accanto a questi, vi sono quei turisti mossi da altre motivazioni che trascorrono parte della vacanza utilizzando la bicicletta, sempre nello stesso anno si stimano siano stati quasi 24 milioni le presenze turistiche associabili a questo segmento, per una spesa sul territorio pari a quasi 3 miliardi di euro.

«I dati del rapporto presentato oggi – spiega Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo – confermano la rivoluzione a pedali in atto in Italia. In molte aree del Paese il cicloturismo è già un’eccellenza dell’offerta turistica, anche se bisogna lavorare meglio sulla crescita culturale, sul consolidamento dell’offerta di servizi specifici e l’integrazione di nuove ciclovie nei sistemi di offerta locali del turismo. Da sottolineare come la redistribuzione dei flussi cicloturistici verso il centro sud del Paese e il lavoro che tanti territori stanno facendo per utilizzare le infrastrutture esistenti a fini cicloturistici stiano disegnando quella “via italiana” al cicloturismo che può rappresentare la risposta originale del nostro Paese alla domanda mondiale di vacanze a pedali».

Il mercato si sta organizzando con proposte di qualità, a partire dall’interesse dei grandi tour operator esteri: non a caso, tra i pacchetti più venduti/prenotati per il 2023 risultano tour cicloturistici non solo di regioni ormai consolidate in questo prodotto, come la Toscana, ma anche di realtà meridionali emergenti, come la Puglia e la Basilicata.

Anche i tour operator italiani specializzati sono molto positivi sulle prospettive di ulteriore crescita del mercato per il 2023: ben il 90% prevede un incremento del proprio giro di affari. Sono gli stessi operatori che, mediamente, hanno visto crescere il proprio fatturato fino a quasi triplicarlo nell’ultimo triennio, anche sfruttando – in questo caso positivamente – gli esiti della pandemia.

Ma qual è l’identikit del cicloturista? Secondo il rapporto si parla di un’età media compresa tra i 28 e i 57 anni (nel 71% dei casi), cui si aggiunge un interessante quota di baby boomers (il 17,3% ha tra i 58 e i 72 anni), caratterizzati da una maggiore capacità di spesa rispetto ai più giovani.

Un cicloturista su 3 viaggia in coppia, 1 su 5 da solo o con gli amici. Per l’alloggio si prediligono gli hotel (per il 28%), seguiti da agriturismi (11%) e camping (7%) attrezzati per le vacanze in bicicletta.

Il 22% dei cicloturisti indica la presenza di una cornice naturalistica di eccellenza come principale motivazione di scelta della destinazione (segue un 16,5% che sceglie sulla base dell’offerta artistica e culturale e un 15,2% per l’offerta enogastronomica di qualità).

Il 44% dei cicloturisti è inoltre influenzato dalle informazioni raccolte in rete prima di partire (più del turista medio in Italia, 32,7%), il 65% (contro il 36,8% del turista medio) utilizza i social per condividere con la “comunità bikers” impressioni di viaggio, foto e recensioni di luoghi visitati e servizi utilizzati.

Come e cosa migliorare, dunque, per venire incontro alle esigenze dei cicloturisti? Nel Rapporto, Isnart e Legambiente hanno voluto indicare alcune priorità di policy per sostenere l’ulteriore sviluppo del cicloturismo nel Paese, accrescerne la visibilità e l’appetibilità sui mercati internazionali.

In primis la necessità è quella di una politica fiscale per la filiera del ciclo italiana, a partire dalla riduzione dell’Iva sugli acquisti di biciclette e sui servizi connessi (per esempio noleggio e riparazione) sul modello del Portogallo che nel 2022 ha ridotto l’Iva sull’intera filiera, passandola dal 24% al 6%

Viene inoltre sottolineata l’importanza di una strategia di comunicazione specifica e coordinata per valorizzare il cicloturismo italiano sui principali mercati internazionali, anche se la qualità e sicurezza infrastrutturale restano i migliori incentivi all’utilizzo della bicicletta e allo sviluppo del cicloturismo.

In quest’ottica, lo sviluppo di nuovi percorsi ciclabili secondo un disegno originale che caratterizzi il prodotto italiano: l’utilizzo cioè di piccole arterie che, complice il processo di spopolamento delle aree interne del Paese, potrebbero facilmente diventare delle “ciclovie di fatto”, andando a costituire il grosso di un’offerta cicloturistica originale tipicamente italiana. Con investimenti limitati (come la segnaletica, le ciclofficine e punti ricarica per le e-bike) si renderebbero rapidamente fruibili nuovi territori, contribuendo significativamente al loro sviluppo.