Il Trentino contro la plastica monouso in Enti pubblici ed eventi, ma c’è il ricorso al Tar

«Bioplastiche incompatibili coi cicli produttivi degli impianti di compostaggio industriale, vengono smaltite fuori provincia come rifiuto speciale per 160€ a tonnellata»

[24 Febbraio 2022]

Mentre il Governo italiano ha recepito la direttiva europea Sup contro alcuni prodotti in plastica monouso escludendo dal bando la bioplastica, la Provincia di Trento sta provando ad andare oltre scoraggiando l’impiego di prodotti monouso tout-court.

Una recente delibera dispone infatti che «dal 1° gennaio 2023, in tutti i servizi di somministrazione e vendita – automatica e non – di alimenti e bevande all’interno di tutti gli enti pubblici trentini, sarà inibito l’uso di prodotti monouso, e dovranno essere osservati particolari accorgimenti per ridurre la produzione di rifiuti. Dal 1° luglio 2022, invece, lo stop agli stessi prodotti monouso e l’osservazione delle stesse misure saranno previsti in tutti gli eventi organizzati, finanziati o patrocinati dalla Provincia autonoma di Trento e dagli enti collegati».

Si tratta di una scelta che tiene conto anche della gestione a fine vita dei prodotti in bioplastica, che trova ancora difficoltà nell’ambito dei rifiuti organici, tanto che dalla Provincia di Trento parlano (per alcuni prodotti come piatti, bicchieri e posate monouso, non gli ormai classici shopper) di  «bioplastiche incompatibili coi cicli produttivi degli impianti di compostaggio industriale, che vengono oggi smaltite fuori provincia come rifiuto speciale, per un costo di circa 160 € a tonnellata».

La scelta trentina è stata però contestata dalle imprese di settore – più precisamente da Federazione Gomma Plastica, Flo spa, Isap Packaging spa, Confida, Aesse Service srl di Lavis, UnionFood, Mineracqua, Assobibe e Sanpellegrino spa –, che si sono appellate al Tar di Trento, che si dovrà ora esprimere in materia.