Il termovalorizzatore di Case passerini riparte dal via?

La società chiede di esaminare una nuova autorizzazione a costruire l’impianto, dopo quella fatta decadere dal Consiglio di Stato per vizi di forma

[31 Dicembre 2018]

Q-Thermo, la società a maggioranza pubblica – partecipata al 60% da Alia e al 40% dal gruppo Hera – nata per progettare, realizzare e gestire del il termovalorizzatore di Case Passerini ha «protocollato un’istanza per l’esame di una nuova autorizzazione a costruire l’inceneritore. L’intento – secondo i leader politici di Firenze riparte a sinistra, Sì-Toscana a Sinistra, Sinistra Italia Sesto Fiorentino e Per Sesto – è aggirare la sentenza del Consiglio di Stato e accelerare i tempi chiedendo intanto le autorizzazioni per gli espropri e il via libera per realizzare le opere che non prevedono le mitigazioni».

«In poche parole Qthermo – aggiungono le Mamme no inceneritore – chiede alla Regione di non tenere di conto della sentenza del Consiglio di Stato, che ha annullato l’Autorizzazione unica, e spinge per il rinnovo della stessa escludendo proprio la parte “incriminata” che, a detta loro, sarebbe in qualche modo compresa nel master plan dell’aeroporto di Firenze».

Si tratta dell’ennesimo passo nel tortuoso gioco dell’oca in cui il destino dell’impianto è finito ormai da molti anni, e che riparte adesso dalla sentenza emessa lo scorso maggio con la quale il Consiglio di Stato ha fatto decadere l’autorizzazione necessaria per la costruzione del termovalorizzatore per vizi di forma: ovvero l’autorizzazione è stata annullata, come riassunto a suo tempo dalla Città metropolitana di Firenze, perché «in sostanza gli Enti competenti – la Città metropolitana al tempo competente e la Regione dopo, che successivamente ha ripreso le competenze sul tema dei rifiuti – non hanno prescritto che il termovalorizzatore può entrare in funzione solo dopo la piantumazione dei Boschi della Piana».

Ovvero la sentenza non ha invalidato la Valutazione d’impatto ambientale o i numerosi atti sanitari-tecnico-giuridici prodotti lungo l’iter autorizzativo dell’impianto, e adesso Q-Thermo “ci riprova”.

«Non ci riprova, ma – precisa Giorgio Moretti, presidente del Cda Q-Thermo – segue l’iter di legge in ottemperanza. Il Cda è un organo tecnico che si limita ad eseguire, su mandato dell’assemblea dei soci (60% Alia Spa e 40% Gruppo Hera Spa) e che a sua volta eseguono, le disposizioni economico/politiche attualmente in vigore; da ciò scaturisce l’obbligo di ripresentazione non essendo variato il quadro normativo ed essendo concluso l’iter della Giustizia Amministrativa con una chiara sentenza del Consiglio di Stato». Secondo la società per interrompere l’iter «occorre un atto deliberativo della Giunta e/o del Consiglio Regionale, che cancelli l’opera dalla pianificazione ed indennizzi i costi fin a qui sostenuti in oltre 14 anni di attività».

Il Piano regionale rifiuti e bonifiche (Prb) ad oggi vigente prevede la realizzazione del termovalorizzatore di Case passerini, ma gli indirizzi politici arrivati dalla Regione Toscana nei mesi scorsi non lo prevedono, rimandando alla definizione – ancora in corso – di un Prb aggiornato. L’idea di realizzare il termovalorizzatore risponde all’esigenza di smaltire e recuperare energia da un massimo di 198.400 tonnellate di rifiuti urbani non riciclabili l’anno che, in assenza dell’impianto, dovrebbero evidentemente trovare altra collocazione, in un contesto regionale dove già oggi non mancano gli allarmi relativi al deficit impiantistico. Una riposta attesa appunto nel nuovo Piano regionale.

«Il Cda – concludono da Q-Thermo – non propende per l’una o l’altra soluzione ma è del tutto indifferente alle scelte fatte o che potrebbero essere modificate; è solo conseguente gli atti politico-amministrativi che sono stati compiuti negli anni passati e tutt’ora in vigore o che potrebbero cancellare l’opera dalla pianificazione. Il Cda adotta solo comportamenti derivati dalle disposizioni attuali o future ed ha il solo compito di tutelare gli investimenti fatti dalla società, in ottemperanza a leggi regionali e nazionali, che ricordo essere dei cittadini fiorentini e della piana in primis in quanto la società è per il 60% pubblica. Siamo altrettanto pronti ad operare in un quadro pianificatorio mutato per concludere in modo definitivo il percorso nel rispetto, ovviamente, delle leggi e delle norme».

L. A.