Il riciclo chimico e il “last mover advantage” dell’Italia sull’economia circolare

Folgiero: «Siamo tra quelli in Europa che hanno speso meno in impianti di trattamento ma che spendono di più per disfarsi dei rifiuti». E ora gli spazi per migliorare sono enormi

[7 Febbraio 2022]

Nuove considerazioni stanno nascendo in merito all’economia circolare; l’occasione per parlarne è stato  il rapporto annuale pubblicato dall’organizzazione non governativa Circle economy che, da ormai cinque anni, si occupa di presentare l’indice di circolarità globale mostrando, rispetto a tutto ciò che viene consumato, quanto riusciamo davvero a riciclare: l’8,6%.

Cosa significa questo dato per il contesto italiano? Come spiega Pierroberto Folgiero, ad di Maire Tecnimont, noi «siamo tra quelli in Europa che hanno speso meno in impianti di trattamento dei rifiuti e quelli che spendono di più per disfarsene, dei rifiuti. Abbiamo quindi il “last mover advantage”, il vantaggio di chi si muove per ultimo: visto che gli altri sono già attrezzati e noi no, possiamo fare tantissimo investendo in economia circolare e smettendo di spendere fino a 300 euro a tonnellata per portare i rifiuti all’estero».

Un’opportunità che, ad esempio, potrebbe permettere di trasformare le raffinerie in crisi sparse lungo lo stivale in Distretti circolari verdi con un futuro “senza camino” ovvero senza emissioni di diossina e CO2. Ma le occasioni di sinergia industriale sono molteplici: anche un’acciaieria come l’Ilva potrebbe giovarsene. Valorizzare tramite riciclo chimico quei rifiuti difficilmente riciclabili in modo meccanico (come il Css o il plasmix) che non vogliamo – o non possiamo – portare a termovalorizzazione o smaltire in discarica, significa ottenere un gas di sintesi circolare che sostituisca, per una quota parte, il polverino di carbone che oggi è usata come materia prima per la produzione d’acciaio.

Si tratta di un’evoluzione che passa dai concetti di “upcycling” ed “eco-design”, cioè – rispettivamente – da sistemi di riciclo che migliorino le caratteristiche meccaniche dei prodotti e da una progettazione che tenga già conto delle necessità di gestione a fine vita.

In quest’ottica, la proposta tecnologica di Maire Tecnicmont, avanzata tramite la controllata NextChem attiva nel campo dell’economia circolare, permette di ricavare dai rifiuti elementi chimici preziosi come carbonio e idrogeno, dai quali poter sintetizzare nuovi carburanti circolari (come il metanolo) in grado di aiutarci ad abbandonare petrolio e gas.

Si tratta di una rivoluzione da alimentare (anche) attraverso i nuovi canali della finanza sostenibile. Se in passato la mancanza di dati, controlli, standard e trasparenza rendeva difficoltoso districarsi tra i fondi e asset effettivamente sostenibili e quelli che portavano avanti svariate forme di greenwashing, oggi l’incertezza si va rapidamente diradando. Gli stessi gestori chiedono alle imprese dimostrazioni di responsabilità nei confronti degli azionisti, anche e soprattutto attraverso solide pratiche e politiche ambientali, sociali e di governance (Esg). Il medio e lungo periodo vedrà dunque confermare questi ultimi come criteri guida per le aziende, che potranno così contribuire a una ripresa sostenibile del Paese.