Il Mite stabilisce i criteri per le bonifiche nei “siti orfani” coi fondi Pnrr

In palio ci sono 500 mln di euro, mentre per bonificare i Sin italiani servirebbe moltiplicare questa cifra almeno per 400

[3 Marzo 2022]

Nonostante l’enfasi messa – almeno a parole – sull’economia circolare e la rigenerazione dei territori, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) lascia infatti alle bonifiche solo le briciole. Su circa 200 miliardi di euro di risorse complessive, per le bonifiche ci sono solo 500 milioni di euro, destinati ai cosiddetti siti orfani, ovvero quei siti contaminati che non siano stati bonificati dai responsabili o dai proprietari dei terreni, perché sconosciuti o inadempienti.

Il ministero della Transizione ecologica (Mite) ha definito nei giorni scorsi i criteri per questi interventi di bonifica coi fondi Pnrr: è in base a questi criteri, stabiliti con un decreto dalla Direzione generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche, che le Regioni potranno presentare proposte progettuali di bonifica da finanziare.

Più nel dettaglio, l’elenco dei siti  suscettibili di  risanamento è già stato approvato  nel novembre dell’anno scorso con un decreto dell’allora Direzione risanamento ambientale del Mite (Decreto direttoriale n. 222 del 22 novembre 2021), mentre il nuovo decreto emanato ora dalla neonata Direzione generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche (n. 15 del 23 febbraio 2022) fissa i criteri per la valutazione delle proposte progettuali presentate  dalle Regioni.

«Tra i criteri fissati dal decreto – dettaglia il Mite – ci sono il rispetto degli obiettivi fissati dal Pnrr, che hanno come obiettivo ultimo la riqualificazione di almeno il 70% della superficie di suolo interessata dagli interventi che verranno ammessi a finanziamento,  coerenza con le normative nazionale e comunitaria, il rispetto del principio “non arrecare un danno significativo”, l’attuazione da parte di un soggetto pubblico con specifici requisiti, la conclusione degli interventi entro il 31 marzo 2026».

Certo, le necessità sarebbero ben altre a partire dalle risorse stanziate. A livello nazionale Confindustria stima servirebbero investimenti per 10 miliardi di euro per bonificare le aree più inquinate – ovvero i Siti d’interesse nazionale (Sin), dove la competenza delle bonifiche è in capo al Mite –, con ampi benefici non solo ambientali ma anche economici e occupazionali; come già accennato, il Pnrr stanzia però solo 500 mln di euro per i siti orfani.