Il Dipartimento per l’energia Usa investe 44 mln di dollari per lo sviluppo della geotermia

Granholm: «Gli Usa hanno un potenziale incredibile e non sfruttato di energia geotermica pulita, in grado di aiutare a soddisfare i nostri bisogni energetici impiegando una risorsa disponibile 24 ore su 24 in tutto il Paese»

[19 Ottobre 2022]

Il Frontier observatory for research in geothermal energy (Forge) del Dipartimento dell’energia (Doe) degli Stati Uniti ha recentemente annunciato nuovi investimenti – fino a 44 milioni di dollari – per sviluppare nuovi sistemi geotermici migliorati (Enhanced geothermal system, Egs), in modo da attingere a risorse geotermiche non ancora messe a frutto sul territorio statunitense.

«Gli Usa hanno un potenziale incredibile e non sfruttato di energia geotermica pulita, in grado di aiutare a soddisfare i nostri bisogni energetici impiegando una risorsa disponibile 24 ore su 24 in tutto il Paese – spiega Jennifer M. Granholm, il segretario dell’Energia degli Stati Uniti, alla guida del DoeQuesti nuovi investimenti di Forge, il fiore all’occhiello della nostra ricerca sugli Egs, possono aiutarci a trovare le soluzioni più innovative ed economiche, accelerando il nostro lavoro per la distribuzione geotermica su larga scala e supportando gli ambiziosi obiettivi climatici del presidente Biden».

Gli Usa sono già oggi il primo Paese al mondo per potenza geotermica installata, ma punta a migliorare ancora molto la propria performance. Nel merito, il Doe argomenta che l’energia geotermica ha il potenziale per climatizzare e fornire elettricità a «decine di milioni di case» a livello nazionale, ma solo una piccola frazione delle vaste risorse geotermiche statunitense può essere imbrigliata attingendo direttamente dal vapore geotermico da serbatoi geotermici ad acqua dominante: la «stragrande maggioranza» sarebbe inaccessibile senza realizzare sistemi Egs.

Gli Egs sono soluzioni alla frontiera per lo sviluppo di tecnologie volte a produrre energia da sistemi idrotermali a bassa permeabilità, mediante stimolazione e reiniezione, oppure per ottimizzare i sistemi idrotermali naturali sempre aumentandone la permeabilità: la permeabilità del serbatoio viene incrementata (o meglio stimolata) per fatturazione, rompendo la roccia con immissione di acqua o altri fluidi a grande pressione in fondo pozzo.

Si tratta di tecnologie – ad oggi non presenti in Italia – che ampliano di molto la possibilità di attingere al calore rinnovabile presente nel sottosuolo, ma non sono esenti da rischi (in primis di natura sismica), e dunque gli investimenti in ricerca e sviluppo sono fondamentali per svilupparle in sicurezza.

Non a caso, l’iniziativa Forge è pensata proprio per raccoglie dati utili per tutti gli aspetti dello sviluppo degli Egs, inclusi il flusso del fluido geotermico, le temperature, i tipi di roccia e altro ancora. Questi dati consentono ai ricercatori di comprendere meglio le condizioni del sottosuolo, aiutandoli a identificare le migliori aree per la produzione geotermica e fornendo informazioni che possono essere utilizzate per ottimizzare strumenti e metodi che funzionano bene negli ambienti geotermici.