I Sin di Livorno e Piombino tra bonifiche «alacremente in corso» e completate allo 0%

Il sottosegretario del ministero dell’Ambiente con delega alle Bonifiche, Salvatore Micillo (M5S), è venuto in visita ai due Siti d’interesse nazionale per fare il (poco incoraggiante) punto della situazione

[23 Maggio 2019]

Tra i luoghi più contaminati d’Italia spiccano i Sin, ovvero i Siti d’interesse nazionale per le bonifiche, definiti come tali proprio sulla base dell’entità della contaminazione ambientale, del rischio sanitario e dell’allarme sociale cui sono legati: in Toscana ce ne sono quattro, due dei quali – a Livorno e Piombino – sono stati visitati ieri dal sottosegretario al ministero dell’Ambiente Salvatore Micillo (M5S), accompagnato dal deputato Riccardo Ricciardi (M5S) e da Stella Sorgente, candidata sindaca M5S a Livorno.

Micillo, che è sottosegretario con delega proprio alle Bonifiche, si è recato sul posto per fare il punto della situazione su «due importanti siti di interesse nazionale dove – come afferma una nota ufficiale del suo ufficio stampa al ministero dell’Ambiente – sono alacremente in corso le attività di bonifica per il disinquinamento dei suoli e delle acque». I dati offerti proprio dal ministero dell’Ambiente sembrano però delineare una realtà diversa.

Nel Sin di Livorno, che è stato istituito nel 1998, quasi il 100% delle aree – sia per i terreni che per le acque di falda – sono state caratterizzate e presentano un progetto di bonifica in corso di valutazione, ma in più di vent’anni nessuno di questi progetti è stato approvato e le bonifiche sono state concluse sullo 0% dei terreni e lo 0% della falda; questo è quanto riporta il monitoraggio prodotto dal ministero al 31 dicembre 2018, documentando che anche dall’insediamento del “Governo del cambiamento” purtroppo non è cambiato granché.

Il sottosegretario Micillo (nella foto, ndr) informa comunque che «per il finanziamento degli interventi del Sin di Livorno, il ministero ha stanziato ulteriori 1.777.000 euro, oltre agli altri finanziamenti; nell’ambito delle nostre competenze, siamo fortemente impegnati ad accelerare i procedimenti avviati, sollecitando la Regione Toscana ad individuare i soggetti responsabili dell’inquinamento. Parallelamente continuiamo ad ascoltare e gestire le segnalazioni provenienti dalla cittadinanza, che soffre sulla propria pelle gli effetti delle attività industriali succedutesi a partire dagli inizi del secolo scorso».

Il sottosegretario si è poi trasferito ad incontrare comitati cittadini presso il Sin di Piombino, che «evidenzia uno stato di compromissione ambientale molto forte – ha commentato Micillo – ma che se confrontato con gli altri Siti di interesse nazionale, presenta uno stato di avanzamento dei lavori di ripristino incoraggiante». Più nel dettaglio nel Sin di Piombino, istituito anch’esso nel 1998, al 31/12/18 risulta bonificato il 49% dei terreni e il 4% della falda; rispetto ai dati forniti dal ministero il 30 giugno scorso, ovvero poco dopo l’insediamento del Governo in carico, si nota un progresso del 4% per i terreni  e dello 0% per la falda. «Tanto lavoro resta ancora da fare e tante sono le questioni oggi sui tavoli degli Enti competenti nel merito», riconosce Micillo. Al proposito l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ricorda che la procedura di bonifica dei Sin è attribuita proprio alla competenza del ministero dell’Ambiente.

«Il ministero dell’Ambiente – conclude il sottosegretario – è fortemente impegnato nelle attività di ripristino ambientale, sia nelle aree di pertinenza pubblica sia nelle aree dove i soggetti privati devono portare a termine la bonifica dei suoli e delle acque. Purtroppo in tutti i Sin le azioni legali interferiscono con le attività di bonifica, rallentandone l’avvio e la conclusione. Con il ddl “Terra Mia” saranno definiti tempi certi di attuazione degli interventi e sarà definita la procedura per la identificazione del responsabile della contaminazione, con misure di accertamento da parte dello Stato. Saranno, inoltre, previste garanzie finanziarie ‘forti’ a tutela dell’ambiente e dei cittadini, richieste nei confronti di chi avvia le attività di gestione di discariche o di rifiuti».