I collegamenti tra incendi e rinnovabili sono «ipotesi campate per aria e diffuse ad arte»

«In realtà gli impianti a fonti rinnovabili rappresentano un presidio distribuito e capillare che portano nei fatti a un maggiore controllo dei territori»

[3 Agosto 2021]

Associare gli incendi che affliggono in queste ore la Sicilia al fotovoltaico e all’eolico, come è uscito sulla stampa nazionale in questi giorni, non solo è pretestuoso ma è indice anche di scarsa conoscenza della legislazione vigente.

Sono oltre venti anni, infatti, che in Italia esiste una legge, la 353/2000 “Legge-quadro in materia di incendi boschivi” che impedisce per 15 anni la variazione di destinazione dei terreni soggetti a incendi. Ciò che significa che un terreno agricolo deve rimanere agricolo, così come uno boschivo deve rimanere boschivo, dopo un incendio. Si tratta di una legge fatta in tempi non sospetti per sottrarre i terreni incendiati alla speculazione edilizia. Non si coinvolgevano le rinnovabili allora, né tantomeno lo si può fare oggi.

In questo quadro stupisce che uno dei primi quotidiani nazionali inventi o dia credito a ipotesi decisamente campate per aria e diffuse ad arte da chi è, nei fatti, nemico delle rinnovabili. Piuttosto che alimentare polemiche, cerchiamo di proporre sistemi organizzati di prevenzione diffusa.

In tema di sicurezza dei territori in realtà gli impianti a fonti rinnovabili rappresentano un presidio distribuito e capillare che portano nei fatti a un maggiore controllo dei territori stessi, con l’eolico che sviluppa anche un presidio idrogeologico, e in questo quadro si tratta di presenze che non diminuiscono la sicurezza dei territori, ma al contrario la aumentano.

La correlazione tra rinnovabili e incendi esiste, ma è sul fronte della situazione climatica. Gli intensi incendi di questi giorni, infatti, sono favoriti dalla siccità e dalle ondate di calore – diretta conseguenza di alte temperature anomale. Gli impianti a fonti rinnovabili sono il migliore antidoto ai cambiamenti climatici visto che ne mitigano gli effetti.

di Livo de Santoli, presidente del Coordinamento Free