Gse, ecco a quanto ammontano gli incentivi per la geotermia nel 2019

Il Gestore dei servizi energetici conferma una stima di circa 100 milioni di euro, il 2% del sostegno garantito alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche. Ma per il rinnovo degli incentivi si attende il Fer 2

[3 Gennaio 2020]

Alla fine di dicembre il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha divulgato l’ultima stima relativa al 2019 in merito agli incentivi erogati in sostegno alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche, geotermia compresa. Complessivamente il contatore mostra un costo indicativo annuo di 5,045 miliardi di euro, dei quali 100,1 milioni di euro sono destinati a sostenere la produzione di energia da geotermia.

Si tratta di risorse alle quali solo in Toscana sono legati circa 4mila posti di lavoro, importanti ricadute occupazionali nel settore turistico e agroalimentare oltre a 30 milioni di euro annui destinati ai territori che possiedono le risorse geotermiche oggetto di coltivazione. Una filiera con importanti e positive ricadute ambientali: come ricordano dal gestore delle centrali geotermoelettriche toscane – Enel green power – i quasi 6 miliardi di KWh prodotti annualmente in Toscana, oltre «a soddisfare più del 30% del fabbisogno energetico regionale, forniscono calore utile a riscaldare oltre 10mila utenti residenziali nonché aziende artigianali dei territori geotermici, circa 30 ettari di serre e caseifici e contribuiscono ad alimentare una importante filiera agricola, gastronomica e turistica con oltre 60mila visite all’anno. Complessivamente, tra produzione di energia elettrica e fornitura di calore, la geotermia toscana consente di evitare l’immissione in atmosfera di 4 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 all’anno e un milione e 400 mila Tep (Tonnellate equivalenti di petrolio)».

Ma da dove arrivano gli incentivi statali a sostegno della geotermia? Più nel dettaglio, il Gse suddivide come di seguito il costo indicativo annuo delle risorse rivolte a questa fonte rinnovabile: 87 milioni di euro arrivano dall’incentivo ex Certificati verdi, 11,9 dagli incentivi introdotti dal Dm 6/7/2012, e infine 1,2 milioni di euro dagli incentivi previsti dal Dm 23/6/2016. Il totale è appunto 100,1 milioni di euro: neanche il 2% di tutti gli incentivi riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici. I 100,1 milioni dedicati alla geotermia euro impallidiscono inoltre in confronto ai sussidi erogati ogni anno in Italia a sostegno dei combustibili fossili, stimati dal ministero dell’Ambiente in 16,8 miliardi di euro (una cifra dunque 168 volte superiore) e da Legambiente in 18,8 miliardi di euro.

Quelli dedicati alla geotermia sono peraltro incentivi in progressivo decremento, come stabilito dalla normativa in vigore, mentre come noto il decreto Fer 1 sulle rinnovabili – pubblicato nella Gazzetta ufficiale 185, lo scorso 9 agosto  – non contempla il rinnovo degli incentivi dedicati a questa fonte rinnovabile, che è slittato all’interno del decreto Fer 2 ancora in fase di elaborazione: la sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico (Mise) Alessia Morani ha recentemente informato spiegando che «abbiamo predisposto una bozza di decreto, basato tra l’altro proprio sull’impianto della legge regionale della Toscana in materia di geotermia, che ora dovrà percorrere l’iter con l’espressione dei quattro pareri necessari di diversi ministeri e della Conferenza Stato Regioni. Contiamo di concludere i passaggi entro il prossimo mese di febbraio, per inviare il tutto alla Commissione europea che dovrà anch’essa esprimersi».