Greenwashing: la metà delle affermazioni ecologiche sui siti web è priva di fondamento

Screening generale della Commissione Ue e le autorità di tutela dei consumatori: il greenwashing è in aumento

[29 Gennaio 2021]

La Commissione europea e le autorità nazionali di tutela dei consumatori hanno pubblicato i risultati dello screening sui siti web, un’indagine a tappeto effettuata ogni anno per individuare violazioni del diritto dell’Ue in materia di tutela dei consumatori nei mercati online. Per la prima volta, quest’anno l’indagine a tappeto si è concentrata sul greenwashing delle imprese che dichiarano di fare per l’ambiente molto di più di quanto fanno in realtà.

Quest’anno l’indagine a tappeto è stata coordinata non solo con le autorità di tutela dei consumatori in Europa, ma anche con autorità di tutto il mondo, sotto l’egida della International Consumer Protection and Enforcement Network (ICPEN), la rete internazionale per la tutela dei consumatori e l’applicazione delle norme in materia. Anche l’ICPEN ha appena pubblicato i risultati della sua indagine, che evidenziano tendenze analoghe.

Dopo uno screening generale, la Commissione Ue e le autorità di tutela dei consumatori hanno esaminato in modo più approfondito 344 affermazioni apparentemente dubbie, rilevando che: «in oltre la metà dei casi, il commerciante non aveva fornito ai consumatori informazioni sufficienti per valutare la veridicità dell’affermazione; nel 37 % dei casi, l’affermazione conteneva formulazioni vaghe e generiche, come “cosciente”, “rispettoso dell’ambiente”, “sostenibile”, miranti a suscitare nei consumatori l’impressione, priva di fondamento, di un prodotto senza impatto negativo sull’ambiente; inoltre, nel 59 % dei casi, il commerciante non aveva fornito elementi facilmente accessibili a sostegno delle sue affermazioni. Nel complesso, tenendo conto di vari fattori, nel 42% dei casi le autorità hanno avuto motivo di ritenere che l’affermazione potesse essere falsa o ingannevole e potesse potenzialmente configurare una pratica commerciale sleale a norma della direttiva sulle pratiche commerciali sleali».

Il “greenwashing” è aumentato, dato che un numero sempre maggiore di consumatori vuole acquistare prodotti rispettosi dell’ambiente e Didier Reynders, Commissario Ue per la giustizia, ha commentato: «Sempre più persone vogliono vivere una vita all’insegna del rispetto dell’ambiente, per questo mi congratulo con le imprese che si adoperano per produrre prodotti o servizi ecologici. Tuttavia, non si possono ignorare i commercianti senza scrupoli, che ingannano i consumatori con affermazioni vaghe, false o esagerate. La Commissione è fermamente determinata a dotare i consumatori dei mezzi per la transizione verde e a lottare contro il greenwashing. È questa una delle principali priorità della nuova agenda dei consumatori adottata lo scorso autunno».

Ora le autorità nazionali contatteranno le imprese interessate per segnalare i problemi riscontrati e garantire che siano risolti, se necessario. I risultati dell’indagine a tappeto confluiranno nella valutazione d’impatto che sarà redatta per la nuova proposta legislativa volta a dotare i consumatori dei mezzi per la transizione verde, proposta annunciata nella nuova agenda per i consumatori.

Lo screening dei siti web incentrato sul “greenwashing” costituisce una delle numerose iniziative intraprese dalla Commissione per dotare i consumatori dei mezzi per compiere scelte più sostenibili. Tra le altre iniziative si possono citare il Green Consumption Pledge, l’impegno per consumi sostenibili, iniziativa lanciata dal Commissario Raynders il 25 gennaio 2021, e la proposta legislativa per rafforzare il ruolo dei consumatori nella transizione verde, che mira a garantire ai consumatori informazioni migliori sulla sostenibilità dei prodotti e una maggiore protezione contro determinate pratiche, quali il “greenwashing” e l’obsolescenza precoce. Seguirà una proposta legislativa sulla dimostrazione della veridicità delle affermazioni ecologiche basata sui metodi dell’impronta ambientale.

Nell’ambito della sua strategia “dal produttore al consumatore” la Commissione proporrà l’introduzione dell’obbligo di apporre sulla parte anteriore dell’imballaggio un’etichetta nutrizionale armonizzata, in modo che i consumatori possano compiere scelte alimentari informate, sane e sostenibili. Per diversi elettrodomestici, l’etichetta energetica dell’UE fornisce già un’indicazione chiara e semplice sull’efficienza energetica dei prodotti, il che consente ai consumatori di risparmiare più facilmente sulle bollette elettriche domestiche, riducendo allo stesso tempo le emissioni di gas a effetto serra in tutta l’UE.

Secondo una recente indagine di monitoraggio dei mercati al consumo, il 78 % dei consumatori afferma che nelle proprie scelte il probabile impatto ambientale degli elettrodomestici è molto importante o abbastanza importante.