Green bond europei: sì all’accordo provvisorio

Consiglio e Parlamento europeo si accordano sulla finanza sostenibile

[1 Marzo 2023]

Il 6 luglio 2021 la Commissione aveva presentato la sua proposta di regolamento che istituisce i green bond europei (EuGB) che «Mira a disciplinare l’uso della denominazione “European green bond” o EuGB per le obbligazioni che perseguono obiettivi di sostenibilità ambientale» e a «Istituire un sistema per la registrazione e la supervisione delle entità che agiscono come revisori esterni per EuGB e per regolamentare la supervisione degli emittenti di EuGB». Il 13 aprile 2022 il Consiglio Ue ha definito la sua posizione sulla proposta e il il ​​12 luglio 2022  sono iniziati i negoziati del trilogo che si sono conclusi con l’accordo provvisorio raggiunto ieri tra Consiglio e Parlamento europei.

In un comunicato della presidenza di turno svedese dell’Ue si legge che «L’Ue sta adottando ulteriori misure per attuare la sua strategia sul finanziamento della crescita sostenibile e la transizione verso un’economia climaticamente neutra ed efficiente sotto il profilo delle risorse».

La ministra delle finanze della Svezia, Elisabeth Svantesson, ha sottolineato che «Il nuovo standard che stiamo fissando sarà utile sia per gli emittenti che per gli investitori di green bond. Gli emittenti saranno in grado di dimostrare che stanno finanziando progetti verdi legittimi in linea con la tassonomia dell’Ue. E gli investitori che acquistano le obbligazioni saranno in grado di valutare, confrontare e confidare più facilmente che i loro investimenti sono sostenibili, riducendo così i rischi posti dal greenwashing».

Il Consiglio europeo  è convinto che «Questo regolamento stabilisce requisiti uniformi per gli emittenti di obbligazioni che desiderano utilizzare la denominazione ” European green bond” o “EuGB” per i loro environmentally sustainable bond  che sono allineate con la tassonomia dell’Ue  e messi a disposizione degli investitori a livello globale. Stabilisce inoltre un sistema di registrazione e un quadro di vigilanza per i revisori esterni dei green bond europei. Per prevenire il greenwashing nel mercato dei green bond in generale, il regolamento prevede anche alcuni obblighi di divulgazione volontaria per altre obbligazioni ambientalmente sostenibili e obbligazioni legate alla sostenibilità emesse nell’Ue.

Gli environmentally sustainable bond sono uno dei principali strumenti per finanziare gli investimenti per le tecnologie verdi, l’efficienza energetica e l’efficienza delle risorse, nonché alle infrastrutture di trasporto sostenibili e le infrastrutture di ricerca.

In base all’accordo provvisorio, «Tutti i proventi degli EuGB dovranno essere investiti in attività economiche allineate alla tassonomia Ue, a condizione che i settori interessati ne siano già coperti». Per quei settori non ancora coperti dalla tassonomia Ue e per alcune attività molto specifiche ci sarà una flessibilità del 15% per garantire l’utilizzabilità dello standard europeo dei green bond sin dall’inizio della sua esistenza. L’utilizzo e la necessità di questo range di flessibilità saranno rivalutati con il progredire della transizione dell’Europa verso la neutralità climatica e con il numero sempre crescente di opportunità di investimento verdi e attraenti che dovrebbero diventare disponibili nei prossimi anni .

Per quanto riguarda la vigilanza, le autorità nazionali competenti dello Stato membro d’origine designato (in linea con la Prospectus Regulation) vigileranno affinché gli emittenti rispettino gli obblighi previsti dal nuovo standard.

L’accordo è provvisorio in quanto deve ancora essere confermato dal Consiglio e dal Parlamento europeo e adottato da entrambe le istituzioni prima che diventi definitivo. Inizierà ad essere applicato 12 mesi dopo la sua entrata in vigore.