Geotermia, incentivi e investimenti Enel: il punto dall’Eurelectric power summit

Il calore della terra rimane un’energia rinnovabile strategica per l’azienda a prescindere dagli incentivi, ma lo sviluppo locale rimane legato a un quadro normativo stabile (che ancora non c’è)

[21 Maggio 2019]

Si chiude oggi a Firenze l’Eurelectric power summit 2019, l’annuale incontro dell’associazione che riunisce il 90% circa degli operatori del settore elettrico europeo, e che da ieri è presieduta da Magnus Hall, presidente e ad della società elettrica svedese Vattenfall. Hall prende dunque l’incarico che negli ultimi due anni è stato ricoperto da Francesco Starace, ad e direttore generale di Enel, che a margine dell’evento è tornato a sottolineare l’importanza di una rimodulazione degli incentivi dedicati alla produzione di energia per procedere lungo la decarbonizzazione del settore.

«Noi – ha spiegato Starace – cerchiamo con Eurelectric di chiarire che l’eliminazione delle importanti incentivazioni ai combustibili fossili darebbe chiarezza ancora di più della loro scarsa competitività in questo momento. Molti Paesi hanno ancora incentivi all’utilizzo di combustibili fossili, so che sembra strano ma è così, e quindi l’eliminazione di queste forme di incentivazione aiuterebbe tutti ad arrivare prima alla conclusione ovvia e vera che la sostituzione è una cosa utile, necessaria e conveniente».

Anche l’Italia rientra tra quei “molti Paesi”. Secondo la stima fornita a marzo da Legambiente in un anno l’Italia spende circa 18,8 miliardi di euro – tra sussidi diretti e indiretti – per incentivare le fonti fossili, ovvero più dei 15,4 miliardi erogati dal Gse per spingere rinnovabili ed efficienza energetica. Eppure mentre i fondi a sostegno dei combustibili fossili non sono stati toccati, il Governo in carica ha cancellato per la prima volta gli incentivi dedicati alla geotermia dallo schema di decreto Fer 1, e a distanza di quasi due mesi dall’ultimo incontro con la Regione Toscana e i suoi Comuni geotermici (dove viene prodotta da fonte rinnovabile oltre il 30% dell’elettricità consumata sul territorio regionale) non è ancora chiaro cosa intenda fare nel Fer 2.

Rispondendo proprio a una domanda dei cronisti presenti sulla geotermia, Starace ha dichiarato che «non abbiamo interesse a incentivi. Abbiamo sicuramente interesse a tutto quello che porta la geotermia a valore e fa crescere questa importantissima e pulitissima fonte energetica in Toscana; piccole incertezze o esitazioni sono sempre state presenti sul percorso della geotermia, che è molto lungo, non ci preoccupano particolarmente».

Affermazioni apparentemente in contrasto con quanto finora trapelato dall’azienda, ovvero che senza gli incentivi finora previsti sarebbero a rischio circa 600 milioni di euro di investimenti Enel sulla geotermia toscana. Per fare chiarezza abbiamo chiesto lumi direttamente a Enel, dalla quale precisano che «le parole di Starace sono da intendersi nell’ambito del contesto internazionale nel quale sono state pronunciate: se gli incentivi alle fonti fossili fossero cancellati, le rinnovabili si rileverebbero già con più chiarezza per quello che sono – ovvero non solo più pulite, ma anche più competitive».

Per quanto riguarda invece in particolare la geotermia «questa fonte rinnovabile è strategica a prescindere dagli incentivi in Toscana e nel mondo – precisano dall’azienda –, anche se nuovi investimenti nel contesto locale rimangono in sospeso, per poter essere valutati alla luce di un quadro normativo stabile». Spetta dunque ancora alle istituzioni, com’è naturale che sia, stabilire i binari entro i quali potrà muoversi (o meno) lo sviluppo sostenibile della risorsa.